Rasore: «L’ecografo? Utilissimo per la diagnosi precoce. Ma la valutazione del medico resta prioritaria»
Intervista al dottor Mauro Rasore, medico di Medicina Generale a Ovada
ALESSANDRIA – I progressi della tecnologia, anche e soprattutto in ambito sanitario, sono fattore oggettivamente in grado di spostare gli equilibri. A patto che la valutazione clinica da parte del medico non venga ‘svuotata’ del proprio significato, in quanto deve venire – sempre e comunque – prima di tutto.
Ne parliamo con il dottor Mauro Rasore, Infettivologo e Medico di Medicina generale a Ovada.
Dottor Rasore, lei si avvale del supporto di un ecografo oramai da diversi anni. Quali sono i benefici in termini concreti?
La metodica ecografica rappresenta senza dubbio un valido supporto alla normale attività clinica del Medico di Medicina Generale: integra la visita e l’analisi della sintomatologia al fine di riconoscere la patologia e meglio indirizzare il paziente nel percorso diagnostico-terapeutico successivo.
Quindi, anche in termini di una diagnosi precoce, i benefici sono considerevoli…
Assolutamente sì, ma mi preme sottolineare e ribadire un aspetto molto importante e che non deve mai passare in secondo piano: questo strumento, per quanto molto utile, non deve mai prendere il posto di quella che è la normale attività del medico: visita e anamnesi hanno sempre la precedenza.
Ci parli della sua esperienza personale: quando e come si è avvicinato al ‘mondo’ dell’ecografia?
Ho sempre guardato con interesse e curiosità a questa specifica tipologia di esame e nel 2005, 15 anni dopo essermi laureato, mi sono iscritto a un Master Universitario di Ecografia, frequentando l’ambulatorio ecografico di Malattie Infettive al San Matteo di Pavia diretto dal professor Filice. È stato un percorso lungo, complicato perché si è svolto in concomitanza con la mia normale attività ambulatoriale di medico della mutua, ma allo stesso tempo stimolante. E che mi ha permesso di crescere.
Da un punto di vista medico, quanto è stato importante per lei avere la possibilità e i requisiti per refertare un’ecografia?
È stato il salto di qualità, perché utilizzare l’ecografo significa poter andare a fondo ogni volta che si presenta un caso sospetto. È come avere a disposizione un ‘prolungamento’ delle proprie mani, che chiaramente si fermano all’esterno.
Quanto è importante fare pratica ‘sul campo’ nell’utilizzo dell’ecografo?
Fondamentale. A mio parere effettuare un’ecografia è quasi un’arte ed è necessario allenarsi e migliorarsi costantemente per raggiungere risultati sempre più rilevanti. Da un punto di vista personale e professionale, sono molto felice di avere imparato ad utilizzare bene uno strumento così importante.
Domanda retorica: lo consiglia ai suoi colleghi?
Certo, l’ecografo è strumento potentissimo per arrivare rapidamente a una diagnosi precoce, fattore che in molti casi risulta decisivo.
È complicato da utilizzare?
No, ma bisogna svolgere preventivamente la relativa attività pratica. I progressi tecnologici hanno reso questo sistema di indagine sempre più accessibile, a livello di costi, ma anche in termini di facilità di utilizzo. Personalmente, per esempio, oggi utilizzo anche l’ecografo portatile, che mi consente di andare a domicilio da pazienti che non si possono muovere. Viviamo in un’epoca che è sempre più smart, e anche in questo caso possiamo sfruttarne i benefici.
Ha un aneddoto da raccontare? Qual è l’episodio più curioso che le è capitato?
Utilizzare l’ecografo fornisce una fotografia immediata, ma anche oggettiva, che non lascia spazio a interpretazioni. Non dimenticherò mai la mia prima ecografia, che fece emergere un problema oncologico purtroppo già in stato molto avanzato. Qualche tempo fa, invece, si presentò nel mio studio una giovane donna alle prese con forti dolori al ventre: lei non lo sospettava minimamente, ma attraverso l’indagine ecografica emerse che era incinta, già al quarto mese di gravidanza. Ho citato due episodi diametralmente opposti: il brutto e il bello, insomma, come sempre accade nel nostro mestiere.
Chi è: la scheda
Nato ad Acqui nel luglio del 1965, il dottor Mauro Rasore è ovadese a tutti gli effetti ed è medico massimalista di Medicina Generale a Ovada, dove i suoi mutuati sono attualmente 1750. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1990 all’Università di Genova, ha conseguito nel medesimo ateneo la specializzazione in Malattie Infettive (1994). È stato responsabile clinico dell’ospedale di comunità di Ovada e nel 2007 ha acquisito il diploma master all’Ambulatorio di Malattie Infettive del Policlinico San Matteo di Pavia.