Geirino e piscina, Priolo chiede un tavolo di confronto sul futuro
Quali prospettive per l'estate
In una fase di stallo evidente
OVADA – «Dobbiamo attivare al più presto un tavolo di confronto sul Geirino». A lanciare un appello alla responsabilità è Angelo Priolo, attuale consigliere di minoranza nel gruppo misto e candidato alla poltrona di sindaco con “Prima Ovada”. Lo scenario è quello oramai conosciuto da tutta la città. La gara per la gestione del polisportivo di regione Carlovini non è ancora partita. Il 30 aprile scade la proroga concessa a Servizi Sportivi che si deve occupare anche del ripristino della piscina da cedere al comune.
«La cittadinanza – chiarisce Priolo – è preoccupata per il futuro dell’impianto. In particolare per l’imminente stagione estiva».
Situazione difficile
Il Geirino naviga da tempo in cattive acque. Priolo indica gli scenari più negativi. «Vanno fatte due considerazioni. La prima è che nel malaugurato caso la gara vada deserta, o non si arrivi ad un’assegnazione, ci si dovrà chiedere come fare per garantire l’apertura e la gestione del complesso. Poi c’è, come detto, la prospettiva dell’estate. A rendere più complicata, se possibile, questa situazione, il combaciare delle date della stagione balneare e delle elezioni amministrative. Qualunque decisione possa prendere l’attuale Amministrazione ricadrebbe inevitabilmente su quella futura».
Appello pressante
Il Geirino è meta ogni giorni di tanti giovani impegnati nelle loro attività sportive. Ma d’estate è luogo di ritrovo di famiglie con l’impianto aperto che fa registrare ogni giorno centinaia di ingressi. « Per questo motivo ritengo indispensabile per il bene della Città un appello alla responsabilità – conclude Priolo – rivolto all’attuale amministrazione, nella persona del Sindaco, affinché venga attivato al più presto un tavolo di confronto costruttivo che possa mettere le basi per un “piano B” nei confronti della piscina e della relativa gestione per la stagione 2024. Tutto ciò per scongiurare la mancata apertura estiva ma anche per garantire che le attrezzature stesse non cadano in uno stato di abbandono irrecuperabile».