Visto rifiutato dal Burundi: Elisee non si curerà in Italia
L'annuncio di Floribert
Volontari per le missioni in Africa
OVADA – «La lunga attesa per poter avere il visto che avrebbe permesso al piccolo Elysee di raggiungere l’Italia con il padre per poi sottoporre il piccolo alle cure dell’Ospedale “Gaslini” è stata vana nonostante l’invio dei documenti all’ambasciata del Burundi».
Ad affidare l’annuncio ai social è stato Roberto Piana, presidente di Floribert, l’associazione che si è battuta in questi mesi per portare nel nostro Paese il bambino bisognoso di cure. La storia di Elysee è ormai nota: per il piccolo bambino si sono mobilitati Caritas Diocesana, Floribert, Rotary e tante altre associazioni oltre a semplici volontari per assicurargli le cure che solo al Gaslini di Genova può ricevere.
Massima trasparenza
La storia di Elysee è molto sfortunata. Purtroppo la scorsa settimana è arrivata la terribile notizia del visto rifiutato. Inutile nascondere la delusione e lo sconforto dei volontari. «Per noi – prosegue Piana – è stato uno choc. A detta dell’Ospedale stesso, non si è mai verificato un rifiuto al visto per un bambino gravemente malato. Nel documento di giustificazione che ci è stato fornito le motivazioni sono sparse, sembrano quasi scelte a caso dalla mancanza del lavoro del padre alle autorità italiane non allertate. Però dopo varie indagini veniamo a scoprire di una realtà a noi sconosciuta: lo spettro di una nuova guerra incombe sul Burundi, le tensioni al confine sono alte e ci viene spiegato che in questa situazione le autorità dello stato tendono a non voler far uscire nessuno per paura di una fuga di massa senza ritorno».
I volontari però non si arrendono e si sono ripromessi che faranno qualsiasi cosa in loro possesso per aiutare Elysee aprendo nuovi canali e strade. Nel frattempo si comunica che è possibile procedere alla restituzione delle donazioni a quei cittadini che ne facciano richiesta dopo essersi messi a disposizione.