Lercaro, l’aggiudicazione provvisoria è una nuova pagina
Un mese per la nuova gestione
Il prossimo passo sarà la trasformazione giuridica
OVADA – Lercaro è una pagina bianca sulla quale iniziare a scrivere una storia diversa. I contenuti saranno definiti nei prossimi mesi. In un paio di mesi l’attuale Ipab passerà sotto la gestione di Pro.ges, la cooperativa del settore con sede a Parma. Venerdì mattina la commissione tecnica ha dato il via libera anche all’offerta economica: 4.724.411 euro con un rialzo del 5.4% rispetto alla base d’asta. «Serviranno per ripianare il debito – chiarisce Ivana Nervi, commissario straordinario della struttura – e per fare da base alla fondazione».
Dubbi e chiarimenti
Il passivo di Lercaro , che ad oggi conta solo 39 pazienti, ammonta a quasi 3 milioni. Molti dei debiti sono proprio verso Pro.ges che in questi anni ha pure pignorato i conti nel tentativo di recuperare una parte della cifra. La gestione è di 67 anni. «Ho avuto perplessità anche io – chiarisce Nervi – ma questa era l’unica strada per salvare la struttura. Ora si potrà contare su 90 posti, di questi 80 saranno in convenzione con Asl. Nascerà anche un nucleo dedicato all’Alzheimer da 20 posti totali». L’edificio nel quale è nata la casa di riposo fu lasciato nel XIX secolo da Battina Franzoni, marchesa che decise di mettere una sua residenza estiva nella disponibilità di poveri e soggetti anziani. Beneficiari del testamento, oltre a Ovada, i comuni di Belforte, Tagliolo, Silvano e Rocca Grimalda. Elementi di cui tenere conto nella fase che sta per aprirsi.
Interesse comune
Lercaro è un nodo da sciogliere da molto tempo. «Sapere di aver dato continuità alla struttura – ha commentato il sindaco di Ovada, Paolo Lantero – è un fatto significativo per un’area che ha molto bisogno di realtà come questa». Nervi, che ha raccolto il testimone nel 2020 dal commissario precedente Gianluigi Sfondrini, ha attraversato il periodo più difficile di Lercaro: il post Covid-19, il rischio paventato di una liquidazione, l’annullamento della prima gara per la gestione lo scorso ottobre. «In alcuni momenti – ammette Nervi – ho temuto che non ce l’avremmo fatta. Altre strutture analoghe hanno avuto destino diverso. Ho scelto di ritentare per desiderio di fare gli interessi della comunità».