Ovada, la storia in mostra per la rete delle città del vino
Con la delegazioni in vista da tutta l'Europa
Tra degustazioni e valore architettonico
OVADA – Ovada ha accolto gli ottanta delegati della Rete Europea delle città del vino mettendo in vetrina le sue prerogative. La delegazione è arrivata nella tarda mattinata di ieri da Acqui. Tappa intermedia il castello di Tagliolo, moderna declinazione di una dimora storica trasformata in azienda vitivinicola. “La città – ha spiegato il sindaco Paolo Lantero – è vera e genuina. Abbiamo la cultura di un territorio che è sempre stato di passaggio per genti e merci. Ed oggi abbiamo la vocazione a unire e lavorare assieme”.
Proposta articolata
Ovada ha presentato via Cairoli arricchita dai produttori di vino pronti per le degustazioni. L’accompagnatrice turistica Ester Polentes ha guidato gli 80 delegati in arrivo da Spagna, Francia e Portogallo in una visita della parrocchia dell’Assunta e della Loggia di San Sebastiano nel cuore del centro storico. “Qui – ha spiegato Rosa di Melchior, presidente di Recevin – ci stiamo sentendo a casa. Il turismo ha il potere di unire le genti”. Nella sede dell’Enoteca di Ovada è stata illustrata la storia antica della Lachera.
Gioiello del Territorio
Il re della giornata è stato il Dolcetto di Ovada. A Spiegarne le caratteristiche è stato Gianluigi Corona, delegato provinciale Onav. “Il Dolcetto è una delle tradizioni piemontesi più radicate. Le uve erano già conosciute nel 1600. L’Ovada è una docg giovane. La peculiarità sta ne colore e nelle sensazioni che regala all’olfatto e al gusto”
Nel pomeriggio le degustazioni sono andate avanti fino alle 18.00. Dalle 15.00 la sfilata della banda e le rappresentazioni in costume dei Fratelli d’arme hanno arricchito il centro storico.