Trattative ko tra Governo e Arcelor Mittal: ex Ilva a rischio
Rottura delle trattative tra il Governo e Arcelor Mittal sul futuro dell'ex Ilva. La multinazionale ha detto no all'aumento di capitale per Acciaierie d'Italia
ROMA — Rottura delle trattative tra il Governo e Arcelor Mittal sul futuro dell’ex Ilva. Ieri l’esecutivo di Giorgia Meloni ha proposto alla multinazionale francoindiana di partecipare a un aumento di capitale, ma l’azienda si è detta indisponibile. «La delegazione del Governo ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva in Acciaierie d’Italia», si legge in una nota stampa di Palazzo Chigi. La multinazionale però ha rifiutato e ora il Governo «ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale». Le organizzazioni sindacali saranno convocate dall’esecutivo per il pomeriggio di giovedì 11 gennaio.
Ex Ilva, la posizione dei sindacati
«L’esito dell’incontro conferma quello che Fim Fiom Uilm hanno denunciato e per cui hanno mobilitato le lavoratrici e i lavoratori: la necessità di un controllo pubblico e la mancanza di volontà del socio privato di voler investire risorse sul futuro dell’ex Ilva. L’indisponibilità di Mittal, manifestata oggi nell’incontro con il Governo, è gravissima, soprattutto di fronte alla urgente situazione in cui versano oramai i lavoratori e gli stabilimenti, e conferma la volontà di chiudere la storia della siderurgia nel nostro Paese. Nell’incontro di giovedì ci aspettiamo dal Governo una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori, compreso quelli dell’indotto, e garantisca il controllo pubblico, la salvaguardia occupazionale, la salute e la sicurezza, il risanamento ambientale e il rilancio industriale». Lo hanno dichiarato i segretari nazionali di Fim-Cisl Roberto Benaglia, Fiom-Cgil Michele De Palma e Uilm-Uil Rocco Palombella.