Alessandria: note di una melodia urbana, alla ricerca delle radici del silenzio
In una melodia di una canzone di qualche decennio fa, che risuona ancora oggi, una voce si chiedeva: “Cosa succede in città? C’è qualcosa, qualcosa che non va”. Questi versi risuonano con particolare forza mentre rifletto sullo spettacolo a cui ho assistito ieri sera in piazza, dove a malapena cinquanta spettatori si sono radunati in Piazza del Duomo.
Vivendo ad Alessandria, una città con oltre centomila abitanti, un’università prestigiosa, un cruciale snodo ferroviario e due autostrade che la collegano a importanti centri come Milano, Genova e Torino, nonché sede di rilevanti imprese internazionali, mi sorge spontanea una domanda: quale giustificazione c’è per la scarsa partecipazione a eventi di rilevanza?
Alessandria è intrisa di potenzialità, priva di valide giustificazioni contrarie. Perché, ad esempio, solo un centinaio di persone si sono presentate a una manifestazione internazionale contro la violenza femminile? Quali motivazioni ci sono dietro lo scarso interesse per gli spettacoli estivi, con al massimo due o trecento spettatori anche quando l’ingresso è gratuito?
Ricordo con tristezza un episodio di qualche settimana fa: tre pattuglie di polizia precedevano una manifestazione studentesca lungo le vie della città. Nonostante la presenza di fumogeni, cartelli e musica, il numero di partecipanti si aggirava intorno ai centocinquanta. Che si tratti di uno show musicale, di teatro, di una protesta studentesca o di una marcia contro la violenza femminile, è difficile superare la soglia delle quattro o cinquecento persone.
Mi chiedo, cosa spinge gli abitanti di Alessandria a essere più attivi sui social network quando si tratta della loro città piuttosto che affluire allo stadio per sostenere la propria squadra anche se non è il Real Madrid o l’Arsenal? Cosa induce una comunità numerosa a preferire “Ballando sotto le stelle” a una tranquilla passeggiata nel piazzale del Duomo, dove si potrebbe godere di una corale gratuita e fare nuove conoscenze, invece di immergersi nelle solite banalità televisive?
Non possiedo risposte definitive, soltanto idee, sensazioni e una preoccupazione crescente che la mia percezione possa essere corretta.