Roby Bruzzone, il progetto ricorda il Vajont e la diga di Molare
Il camminatore ovadese ha ideato "Dolcenera"
Con l'amico Simone Grillo
OVADA – Una marcia silenziosa concepita per ricordare la tragedia del Vajont nel 60° anniversario. Si chiama “Dolcenera” il progetto creato da Roby Bruzzone, il camminatore gamba in spalla, che ha vissuto la settimana scorsa uno dei suoi momenti culminanti tra Erto e Casso. Con lui l’amico Simone Grillo, membro del team Robydamatti. L’iniziativa si è concretizzata mentre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul posto, partecipava alla commemorazione ufficiale. «Il cammino compiuto- racconta Roberto- si è mosso intorno alla frana, se tale si può definire considerandone la dimensione: il collasso del monte Toc coinvolse quasi 270 milioni di metri cubi di materiale. L’onda generata provocò 1910 vittime, portando via con sé costruzioni, paesi, pascoli, fiumi, laghi. Il nostro sport vive in natura: non possiamo non parlare anche di un ecosistema che, per superficialità e scelleratezza, è andato distrutto lasciando solo un muro di cemento».
Bruzzone da record: 100 chilometri in 18 ore
Per non dimenticare
Alla marcia dei due ovadesi si sono uniti molti camminatori sul posto per lo stesso motivo. Il progetto Dolcenera, nome preso in prestito dal titolo di una canzone che Fabrizio de Andrè scrisse in ricordo dell’alluvione che colpì Genova nel 1970, prevede altri due importanti obiettivi da raggiungere legati ad altrettanti disastri legati alla furia delle acque. «Le due tappe successive che affronteremo con il trekking- continua Bruzzone- si svolgeranno per non dimenticare l’alluvione che nel novembre del 1994 colpì le province di Alessandria, Cuneo, Asti e Torino e il crollo della diga di Molare che nel 2025 compirà 90 anni e che, a differenza delle altre due catastrofi, non ha più voci per testimoniare quanto accaduto. Lo scopo è proprio quello di portare le nuove generazioni non solo alla conoscenza ma anche alla consapevolezza di quali possano essere i passi da compiere per evitare che tali tragedie accadano ancora». C’è un evidente legame tra i fatti del 13 agosto 1935 con le 111 vittime causate nell’Ovadese e le vittime del Vajont. Bruzzone nell’area sconquassata dal crollo della “nostra diga” ha già camminato in un’altra impresa ufficiale portata a termine nel dicembre 2022. L’intento è sempre quello di non dimenticare.