Cia Alessandria: “Sotto i 260 euro/tonnellata non è vantaggioso produrre il frumento”
Economia
Marcello Feola  
10 Ottobre 2023
ore
20:21 Logo Newsguard
Il caso

Cia Alessandria: “Sotto i 260 euro/tonnellata non è vantaggioso produrre il frumento”

Associazione a Granaria, a Milano: "Portiamo avanti una battaglia di civiltà"

MILANO – Prezzo del grano troppo basso. Cia porta il caso a Milano. Per la precisione a Granaria, sede italiana delle contrattazioni generali in cui avviene la quotazione settimanale dei cereali.

Presenti il presidente provinciale Daniela Ferrando, il direttore Paolo Viarenghi e il presidente nazionale Cia Cristiano Fini, oltre ai dirigenti Cia delle province cerealicole del Piemonte e a Paolo Maccazzola, presidente Cia Lombardia.

“Momenti difficili”

“Il frumento italiano – sottolinea l’associazione – vive mesi difficili a causa dei costi di produzione. Oltre che dei meccanismi speculatori che avvengono a livello mondiale e delle implicazioni internazionali conseguenti la guerra in Ucraina (e il cosiddetto Corridoio del grano). L’ultima quotazione prezzi è stata di 232-238 euro/tonnellata per il frumento panificabile e di 190-210 euro/tonnellata per il frumento biscottiero (Milano, 3 ottobre 2023). Cia Alessandria stima che sotto i 260 euro/tonnellata non è economicamente vantaggioso produrre il frumento”.

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Cia è intervenuta anche a livello nazionale sul problema del prezzo del frumento, avviando anche una petizione su change.org che ha già raccolto oltre 72mila firme. Dichiara il presidente Fini: «Ci sono ancora tanti nodi da sciogliere, tra tutti il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l’avvio di Granaio Italia, il Registro telematico dei cereali. Sono priorità fondamentali a difesa degli agricoltori, del loro lavoro e della qualità del prodotto grano italiano; nonché dei consumatori, ancora dentro la bolla inflattiva».

“No a speculazioni”

Secondo Cia, dunque, serve continuare a ribadire “un fermo no alle speculazioni commerciali e dare nuovo impulso ai controlli sull’etichettatura e la tracciabilità del grano”.

«Portiamo avanti una battaglia di civiltà – conclude Fini – e salvare il grano 100% italiano è un’occasione importante per dare forma a quella sovranità alimentare ben enunciata nel nome del Ministero».

Concorda Ferrando: «Questa situazione mette in difficoltà un settore fondante per l’economia agricola del nostro territorio, tenendo conto che in provincia di Alessandria circa 37mila ettari sono coltivati a frumento».

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