Ospedale vecchio: intesa Consorzio – Asl per la ristrutturazione
Al piano terra l'area sanitaria, al primo lo spazio per la residenza protetta per anziani
Investimento da 3 milioni
OVADA – Una nuova e più proficua collaborazione tra area sanitaria e assistenziale. C’è questo dietro al protocollo d’intesa finalmente firmato da Asl Al che può dare il via ufficiale all’operazione immaginata da tempo per il recupero dell’ospedale vecchio di via Sant’Antonio. «L’edificio – spiega Gianni Zillante, direttore del Consorzio Servizi Sociali – cambierà il suo volto. Nascerà il “Polo della comunità ovadese”: spazio per le attività già sviluppate da Asl al piano terra. Al primo piano invece partirà un esperimento di coabitazione per anziani non completamente autosufficienti inserito in un progetto più ampio dedicato alle fragilità che avanzano». Alle risorse messe a disposizione dal Pnrr che superano di poco di 2 milioni si aggiunge la disponibilità derivante da parte degli avanzi di bilancio registrati dal Consorzio in questi anni. L’investimento complessivo si aggira sui tre milioni di euro. Le operazioni dovranno concludersi entro il 2026.
Accoglienza e supporto
«Di fatto questo progetto era già pronto nel 2020 – spiega Franca Repetto, presidente del Consorzio – L’intesa presuppone un comodato d’uso gratuito per una durata che dev’essere ancora discussa in base agli interventi. Crediamo che il recupero dell’edificio sia un’esigenza di tutta la città. Ma ci siamo posti anche il problema di rendere l’operazione sostenibile nel tempo». I due gruppi appartamento includeranno dodici soggetti in età superiore ai 65 anni non completamente autosufficienti. «Abbiamo immaginato – prosegue Zillante – un percorso in cui l’ingresso in casa di riposo sia l’ultima risorsa per la gestione di questi soggetti». Di fatto si parte dall’attuale servizio di assistenza domiciliare sviluppato negli anni. Sono 88 i beneficiari inseriti nel monitoraggio attraverso strumenti di telemedicina. «Un modo per tenerli nei loro appartamenti in un contesto più sicuro e con un monitoraggio puntuale in caso di emergenze». Ai dodici posti di coabitazione si accederà se non più in possesso della piena autosufficienza. Gli ospiti saranno seguiti.
Dal punto di vista dell’Asl i servizi da fornire sono quelli obbligatori per le Case di Comunità a livello di sanità territoriale. Saranno potenziati i servizi per il centro per le demenze cognitive. All’ingresso l’utente troverà un open space di accoglienza il un nuovo spazio, lo Sportello Unico di Accoglienza nel quale gli operatori ascolteranno le esigenze e le richieste per poi indirizzare i soggetti verso il percorso più adeguato. Al secondo piano dell’edificio si sposterà l’area amministrativa e deputata alle politiche sociale del Consorzio.