Confartigianato: “Blocco Euro 5, la Regione ci ripensi”
"Nella sola provincia di Alessandria quasi 37mila veicoli dovranno rimanere fermi dal 15 settembre"
Il presidente Ferrari: "Il divieto di circolazione rischia di provocare un effetto negativo. Forse anche peggiore di quello causato dal lockdown"
ALESSANDRIA – Confartigianato Imprese Alessandria dice no al blocco dei diesel Euro 5 in Piemonte. Ed esprime tutta la sua preoccupazione per i riflessi socioeconomici che avrà in provincia di Alessandria.
“Il divieto di circolazione di questi veicoli deciso dalla Regione, prima in Italia, rischia di provocare un effetto negativo. Che potrebbe essere ancora peggiore di quello causato dal lockdown pandemico per le famiglie e le imprese. Che, di fatto, si troveranno nella impossibilità di operare sul territorio”, dice il presidente Adelio Giorgio Ferrari.
“E’ palesemente assurdo che, nella sola provincia di Alessandria, se non interverranno ripensamenti dell’ultima ora quasi 37mila veicoli dovranno rimanere fermi dal 15 settembre. Qualora la norma fosse rigorosamente applicata. Confartigianato Imprese Alessandria, in piena sintonia con Confartigianato nazionale, ritiene che sia ineludibile che le imprese artigiane seguano la strada dell’economia verde e sostenibile. Ma resta il fatto che questo provvedimento – sia pure giustificato dalla necessità di abbattere i livelli altissimi di polveri sottili in Piemonte – sia in realtà ‘figlio’ dell’ennesima forzatura di Bruxelles sui temi ecologici. Non tenendo conto invece della necessità di intervenire compiutamente in un contesto ben più ampio”.
“Non solo mobilità”
E’ un fatto notorio che l’inquinamento non deriva soltanto dalla mobilità. Ma gran parte anche dai tradizionali impianti termici, soprattutto quelli con maggiore anzianità di servizio ormai obsoleti.
“Se si vuole arrivare ad una vera soluzione del problema e non soltanto limitarsi ad interventi spot – aggiunge il direttore Piero Gulminetti – occorre intervenire in modo concreto su tutte le potenziali fonti di inquinamento atmosferico. A partire dagli impianti di riscaldamento più obsoleti, privati e soprattutto pubblici. Le normative e i contributi per l’efficientamento energetico degli impianti sono già operativi da tempo. Occorre semplicemente attuarli in modo sistematico. Operando i controlli sull’installazione a regola d’arte e sulla loro corretta manutenzione. E attuando contemporaneamente altre tipologie di interventi, quali ad esempio gli interventi di riqualificazione del manto stradale di asfalto. Come? Con nuove mescole che catturano a terra le emissioni di Pm10, riducendone la dispersione nell’aria”.
Secondo Confartigianato Imprese Alessandria la norma europea “non vincola esclusivamente agli interventi sulla mobilità dei veicoli. Così come sembra invece orientarsi la Regione Piemonte con tali provvedimenti. E la possibilità di utilizzare il sistema Move-In? Garantirà sì la circolazione in aree urbane densamente popolate, nonostante le limitazioni del traffico. Ma rispettando una soglia di chilometri stabilita con il dispositivo installato sul proprio veicolo. Tale sistema rappresenta una deroga temporanea, che non risolverà certo il problema dell’inquinamento atmosferico. Spostandolo semplicemente nel tempo. Che non dovrà essere sprecato nell’attesa, senza attuare interventi coordinati. Aventi come obiettivo la transizione energetica, ormai ineludibile. Senza tradirsi nell’ennesimo aggravio di spesa per imprese e cittadini già in afflitti da inflazione ed aumento dei tassi di interesse”.
Pertanto, l’auspicio dell’associazione “è che la Regione Piemonte, di concerto con il Governo, rivaluti l’intero impianto dei provvedimenti normativi. Da un lato concedendo congrua proroga al temine del 15 settembre. E ponendo allo studio misure per pervenire ad una soluzione concreta del problema. Tali da non penalizzare l’economia e le imprese”.