Via Cairoli, cresce il numero di serrande abbassate
Siamo al 20% del totale
Oltre alle chiusure qualche buona notizia
OVADA – C’è chi ha da poco abbassato per l’ultima volta la serranda della sua storica attività. Altri hanno deciso di investire con due aperture imminenti nel tratto vicino a piazza Assunta. Difficile però negare il malessere che stringe via Cairoli, da sempre area privilegiata per lo shopping nella nostra città e da qualche tempo in una difficoltà complessiva che non ha precedenti in epoca recente. I numeri ne sono la prima spia. Dei 52 spazi commerciali presenti undici sono in attesa di qualcuno che li occupi. Non sembrano accorgersene i tanti stranieri che in questi giorni passeggiano, con il naso all’insù tra i colori della facciate recuperate e gli angoli più accattivanti. La crisi, se così può essere chiamata, non si può negare a dispetto degli sforzi recenti per invertire la tendenza e andare contro un fenomeno più ampio che appare irreversibile.
Sforzi insufficienti
I numeri di questi anni, riferiti a tutta la città, indicano scostamenti minimi, anche se negativi. Più difficile fare un’analisi qualitativa sulla composizione del tessuto commerciale. Di fatto ci sono esercenti storici che, anche in via Cairoli, sono al loro posto da molto tempo. Per chi apre in questi anni tutto è più difficile, in un turnover sempre più accentuato. Nel 2022, in base ai dati elaborati dallo Sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune, la città ha perso altri quattro punti vendita. Erano 300, alla fine dell’anno precedente, scesi a 296 lo scorso 31 dicembre. Gli spazi vuoti fanno maggiore impressione nel centro storico, laddove ci sono aree della città in cui le serrande sono oramai cronicamente abbassate. L’onda lunga è quella dell’emergenza apertasi durante il 2020 a causa delle chiusure legate al Covid-19. Per certi versi erano attesi anche numeri più impietosi. L’abbondanza di pubblici esercizi ha “mascherato” la china discendente del commercio al dettaglio, minacciato dalla modernità di centri commerciali e canali di vendita gestiti dal web. Tanto che anche i saldi hanno un effetto relativo, nelle prime settimane, sulla quantità delle vendite. Chi è più dinamico ha saputo ritagliarsi spazi alternativi alla vendita tradizionale, un modello novecentesco che non assicura più di far quadrare i conti. Gli sforzi per abbellire gli spazi pubblici con la creazione del distretto urbano e per dare un’identità più forte alle attività di valore potranno far sentire gli effetti nel medio periodo. Nel frattempo rimangono le vetrine polverose e le serrande abbassate.