Relife Group pronto a crescere: “Siamo l’economia circolare”
A colloquio con l'amministratore delegato Marco Benfante
In provincia di Alessandria 250 addetti
SILVANO D’ORBA – Rappresenta una galassia in forte espansione il gruppo Relife, colosso del settore del riciclo dei materiali e dei rifiuti. L’area della Caraffa a Silvano d’Orba rappresenta solo una piccola parte di un sistema articolato che si sviluppa in tutto il nord Italia, tra Cuneo e Trieste, spingendosi fino alla Toscana. Il cambio di denominazione del 2022 ha sancito il passaggio da una realtà più locale delle singole imprese a quella di divisioni produttive di un player nazionale. «Oggi – annuncia Marco Benfante, amministratore delegato del gruppo – stiamo acquisendo due nuovi scatolifici in provincia di Torino e di Milano».
ReLife acquisisce il gruppo Plastipoliver
Strategia integrata
La filosofia di crescita si basa sul concetto secondo il quale il rifiuto controllato può diventare una buona strategia per produrre nuova energia. «Io comprendo – prosegue Benfante – che Refuel (lo stabilimento che produce combustibile secco secondario dagli scarti di plastica e carta faccia più notizia. In realtà il nostro investimento è totalmente sicuro. Anche se ci siamo messi in moto con un anno di ritardo a causa di tutti i problemi che abbiamo avuto». In particolare, l’opposizione all’insediamento nell’area ex Sapsa Bedding da parte di enti pubblici, associazioni di cittadini e aziende collocate in prossimità: il primo ricorso avanzato dal pastificio Moccagatta è stato subito respinto. Il secondo, firmato da comuni e associazioni ha prodotto un impasse di un anno. «La strategia che abbiamo adottato è ora la più perseguita in molti paesi europei. E d’altronde le prescrizioni formulate al momento delle autorizzazioni sono superate dai controlli interni che abbiamo adottato per assicurare ai nostri clienti la qualità di cui necessitano».
Via libera allo stabilimento dei rifiuti
Tra Tortona e Bosco
Quello che è partito da Silvano d’Orba un paio di settimane fa è il sesto carico dall’inizio dell’anno. I principali richiedenti di combustibile secco sono i cementifici. «Ogni giorno analizziamo la nostra produzione – chiarisce il dirigente – Questo processo viene ripetuto nel momento in cui il nostro materiale arriva nei cementifici. Quest’ultimi sono controllati per le emissioni del loro camino. Quindi non dobbiamo garantire la qualità assoluta».
La realizzazione dell’impianto di Silvano d’Orba ha comportato un investimento da 10 milio di euro. Relife ha investito anche nell’area accanto, ex Plastipoliver, e l’autorizzazione da poco concessa porterà a una maggiore produzione di sacchetti di plastica da riciclo. La questione che ha portato allo stop temporaneo delle lavorazioni ha riguardato la presunta presenza di rifiuti urbani nel ciclo. «Noi – assicura Benfante – non li vogliamo perché sono gli stessi cementifici a non richiederli considerandoli poco adeguati ai loro standard. I rifiuti urbani possono andare bene negli stabilimenti che producono energia elettrica». L’ultimo bilancio di Relife Group parla di 370 milioni di fatturato, 850 addetti. Nella sola provincia di Alessandria lavorano quasi 270 lavoratori, tra lo stabilimento di Tortona (50 persone), tra i più grandi del gruppo, la cartiera di Bosco Marengo (60-70), i due impianti della plastica (250). «L’area di Silvano è la più piccola – conclude Benfante – ma anche in questo caso stiamo cercando di ampliarci anche se lavoreremo sempre su due turni. La nostra è la vera economia circolare».