Lercaro, prima la gara poi la fondazione
Ristrutturazione e concessione del servizio della casa di riposo
L'operazione per lasciarsi alle spalle il pesante debito
OVADA – Sulle spalle il peso di 3 milioni di euro di debiti, davanti a sé l’incognita di un percorso definito ma pur sempre ricco di ostacoli. Lo scenario riguarda l’Ipab Lercaro, la casa di riposo di riferimento per l’Ovadese sul tema della non autosufficienza. La settimana scorsa è stato pubblicato sull’albo pretorio dell’Unione Montana Suol d’Aleramo, il bando per la ristrutturazione degli edifici collocati tra la periferia di Ovada e l’ingresso di Tagliolo e per la gestione del servizio . La proponente è Proges, la cooperativa sociale che attualmente si occupa proprio della parte assistenziale della casa di riposo e che è anche il principale creditore dell’ente. Una volta portata a termine questa fase il passo successivo sarà la trasformazione dell’ente pubblico in Fondazione, l’unica strada individuata per assicurare continuità al servizio offerto in questi anni.
Fasi tecniche
Entro il 14 agosto ci sarà tempo per chiedere chiarimenti. Il 21 invece scadrà la possibilità di presentare un’offerta. Il 29 l’apertura delle buste. La concessione in oggetto avrà una durata di 67 anni. Dal capitolato si desumono i numeri e le opere previste: 3.4 milioni di euro per lavori edili, 1.2 milioni per costi della manodopera, 565 mila euro per opere meccaniche, altri 525 mila euro per impianti elettrici. Al termine saranno 90 i posti disponibili, di questi 20 a completa disposizione del proponente. «La forma individuata – chiarisce l’avvocato Ivana Nervi, dal 2020 commissario della struttura – è quella del “project financing”. La proponente avrà il diritto di prelazione. La concessione verrà aggiudicata al soggetto che avrà formulato l’offerta economicamente più vantaggiosa. L’Ipab potrà quindi risolvere i gravi problemi finanziari grazie ai proventi determinati dalla concessione». Nervi ha attraversato solo l’ultima fase del travaglio, entrando in causa per sostituire Gianluigi Sfondrini, dimissionario nell’aprile 2022 nel mezzo della crisi drammatica determinata dal Covid -19. Ma l’ente è commissariato dal 2016, anno cui a dare le dimissioni fu l’ultimo presidente reale, Emanuele Rava. Nel frattempo il commissariamento affidato all’architetto Giovanni Maria Ghè, con la direzione di Gian Paolo Paravidino, nel periodo in cui emerse il maxi debito della struttura nei confronti dei fornitori, fra questi la cooperativa Policoop poi assorbita da Camst.
Guai e passivi
Tra le operazioni previste c’è la creazione per il “nuovo” Lercaro di un Nucleo Alzheimer Temporaneo. La Fondazione sarà garante della missione originaria della casa di riposo. «La prospettiva ragionevole – chiarisce ancora Nervi – prevede l’avvio dei lavori tra l’autunno e la fine di quest’anno. Parallelamente andremo avanti con la trasformazione dell’ente. Anche in questo caso si potrebbe arrivare alla svolta definitiva entro dicembre ma dipenderà anche dai tempi della revisione effettuata dalla Regione (che nomina il commissario stesso ndr) e dal suo giudizio definitivo». A seguire l’operazione i sindaci del territorio che non si sbilanciano.
Si andrebbe così a chiudere una delle questioni delle quali da tempo si dibatte, terreno di scontro politico non solo in quest’ultima tornata elettorale. Proprio le insistenti pressioni della minoranza (Ovada viva e Cinque Stelle) portarono alla creazione di una commissione consigliare di indagine sulle condizioni dell’Ipab, varata anche dopo l’audizione di consiglio del commissario Sfondrini. Ma i guai dell’ente nacquero molti anni fa, tra mala gestione e impossibilità di determinare rette per il soggiorno dei pazienti in linea con i costi effettivamente sostenuti. Da qui un buco di bilancio cresciuto negli anni e solo in minima parte sanato durante la presidenza di Emanuele Rava. Quest’ultimo diede le dimissioni proprio nel periodo in cui si determinò il nuovo squilibrio nei conti con i relativi problemi.