Siccità, siamo sempre in allarme
Le preoccupazioni di Coldiretti Alessandria. Fiumi in secca, a rischio il "Made in Italy"
Il presidente Bianco: "A pesare è la concorrenza straniera"
Il prezzo degli ortaggi arriva a raddoppiare (in alcuni casi si parla di incrementi fino al +119%) con un impatto traumatico sulle aziende agricole, dove quasi un produttore su cinque (19%) si trova in condizione di perdita. L’analisi di Coldiretti su dati Crea divulgata a Fruit Logistica di Berlino (la principale fiera internazionale di settore) fa emergere un’impennata dei costi di produzione di quasi tutte le fasi della filiera. Gli incrementi colpiscono dal riscaldamento delle serre ai carburanti per i macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti; non vengono risparmiati neppure gli imballaggi: plastica per le vaschette, retine, bollini, etichette, cartoni ondulati.
“A pesare – spiega Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria – è la concorrenza straniera. L’ortofrutta made in italy è stretto dalla morsa del protezionismo da un lato e dal dumping economico e sociale dall’altro. Le pere italiane non possono arrivare in Cina, ma qui consumiamo normalmente pere Nashi. Idem per i kiwi. Ancora, nonostante l’accordo tra Ue e Canada, i nostri pomodorini vengono rifiutati perché il paese dell’acero vorrebbe che venissero trattati con il bromuro di metile, che da noi è vietato. E questi sono solo esempi…”.
Siccità, siamo sempre in allarme
Le preoccupazioni di Coldiretti Alessandria. Fiumi in secca, a rischio il "Made in Italy"
“Alle barriere commerciali – segue Roberto Bianco, direttore di Coldiretti Alessandria – si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale, con quasi un prodotto su cinque importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute,dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Spesso si verificano addirittura casi di agevolazioni per accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea. Un esempio sono le nocciole importate dalla Turchia, su cui pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde”.
Chiosa proponendo soluzioni: “E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un analogo percorso di qualità che riguardi l’ambiente, il lavoro, la salute”.