Flavescenza dorata, la battaglia prosegue
"I risultati dei monitoraggi 2020 non hanno mostrato particolari criticità"
Il risultato emerso dalle trappole cromotattiche gialle nelle vigne di 85 Comuni
La Flavescenza è una malattia della vite che minaccia severamente il patrimonio viticolo italiano. Nella provincia di Alessandria sta facendo sentire i propri effetti in maniera drammatica dal 1998, anno in cui dapprincipio nel Tortonese ha fatto la sua comparsa in forma massiccia.
Ormai tutti gli operatiti vitivinicoli sanno che viene trasmessa da viti infette a viti sane da un vettore, l’insetto cicadellide Scaphoideus titanus (foto sotto), originario del continente Nord Americano che negli anni ’50 si è diffuso in Francia e quindi in Italia, ove è comparso per la prima volta in Veneto. Dalla fine degli anni ’90 è presente anche in Piemonte: dai territori vitati del Tortonese si è poi insediata in tutta la regione.
La trasmissione della malattia avviene mediante la suzione della linfa da parte dell’insetto sulle piante infette; il fitoplasma si insedia nelle ghiandole salivari dell’insetto; nel momento in cui l’insetto, che conserva nel proprio organismo il fitoplasma, si sposta per cibarsi di linfa su piante sane, inietta con la saliva anche l’agente della Flavescenza dorata, infettando una nuova pianta. A causa di questa malattia, la stragrande maggioranza delle piante colpite disseca e muore.
La valutazione dei danni non si deve limitare alla mancata produzione delle uve di alta qualità come quelle che vengono prodotte nei diversi areali vitati alessandrini, ma anche al patrimonio viticolo che qui da noi è simbolo di territorio, paesaggio, turismo enogastronomico, di eccezionale importanza sociale ed economica. Ma non solo: la ricerca della sostenibilità economica e ambientale che tutti i produttori alessandrini stanno cercando, viene ad essere seriamente compromessa.
Flavescenza dorata, la battaglia prosegue
"I risultati dei monitoraggi 2020 non hanno mostrato particolari criticità"
Questo è dovuto al fatto che la difesa della vite dalla Flavescenza dorata è di tipo indiretto: infatti questa fitoplasmosi non è curabile. L’unico modo di difendere la vite è il controllo dell’insetto vettore con interventi mirati. Per questo motivo in Italia dal 2000 è in vigore un decreto di Lotta obbligatoria che annualmente viene aggiornato dal Settore Fitosanitario Regionale che ha recentemente confermato le modalità in vigore da alcuni anni, fissando in almeno due gli interventi a difesa della vite, uno contro le forme giovanili ed uno contro le forme adulte dell’insetto.
Per ottemperare agli obblighi del decreto di lotta è di basilare importanza il monitoraggio delle popolazioni dell’insetto nei vigneti.
Per questa ragione il Comitato di coordinamento per la difesa fitosanitaria integrata delle colture della Provincia di Alessandria, grazie all’indispensabile contributo finanziario della Camera di Commercio Alessandria-Asti, dal 2013 sta monitorando la diffusione sul nostro territorio dello Scaphoideus titanus.
Nel 2022 il monitoraggio ha pienamente assunto la connotazione di “progetto pilota provinciale”. Infatti sono stati monitorati vigneti in tutte le aree viticole provinciali, interessando impianti di vite in ben 85 Comuni; il risultato è stata una copertura ottimale del territorio provinciale coltivato a vite da vino.
Almeno un vigneto in ciascuno di questi territori comunali ha ospitato le trappole cromotattiche gialle (sotto) che sono lo strumento con cui personale tecnico appositamente assunto e preparato ha svolto dalla metà di luglio alla metà di ottobre sette monitoraggi. Scopo del monitoraggio è la verifica delle popolazioni dello Scaphoideus titanus.
In totale sono stati 152 i vigneti monitorati, condotti sia con metodi di agricoltura integrata (126 vigneti) sia con metodi di agricoltura biologica (26 vigneti); in ciascuno sono state piazzate tre trappole cromotattiche disposte in diagonale secondo le metodologie previste dal Settore Fitosanitario Regionale del Piemonte. Rispetto agli anni passati sono stati pressoché raddoppiati i punti di monitoraggio. Ogni 15 giorni le trappole sono state sostituite e gli esemplari adulti di Scaphoideus titanus presenti su ogni trappola sono stati contati.
I dati raccolti hanno confermato quanto constatato negli ultimi anni, vale a dire l’aumento della popolazione di Scaphoideus titanus fino oltre la vendemmia: anche per questo motivo, in accordo con il Settore Fitosanitario Regionale, è stato proposto un terzo trattamento a difesa della vite da effettuarsi in post vendemmia, mirato a ridurre la popolazione delle femmine adulte dell’insetto vettore con l’effetto di avere una minore nascita di Scaphoideus titanus il prossimo anno grazie alla minore ovideposizione.