Ora il teatro ricorda il grande Dino Crocco
Intensa cerimonia nel primo appuntamento del Rebora Festival
OVADA – Tanti ovadesi c’erano. Idealmente erano presenti anche quegli artisti che hanno incrociato, nel corso delle rispettive carriere, la parabola di Dino Crocco. Il nome del musicista è da ieri sera ben leggibile sulla targa scoperta dal sindaco Paolo Lantero, con Marcello e Luciano, rispettivamente figlio e nipote di Dino Crocco. “Aveva un sorriso schietto – ha spiegato il primo cittadino – Tutti gli ovadesi ci si riconoscevano”. Quello stesso sorriso che, secondo Marcello, Dino era solito dedicare a chi lo salutava per le vie della città.
Lungo percorso
Trentaquattro anni. Tanto è passato dal giorno del 1988 in cui Dino Crocco ricevette, proprio sul palco del teatro di corso Martiri della Libertà, l’Ancora d’Argento, il riconoscimento come “Ovadese dell’anno”. Già da tempo ne era diventato testimonial con quell’orgoglio della provenienza, lui che era un figlio della Cernaia. “Crocco – si legge nella motivazione che accompagna l’intitolazione – portò il nome di Ovada nel mondo. Nel corso dei suoi tour in Inghilterra e in Sud America spiegava sempre di essere originario di questa città”. E sul palco si è esibito ed ha fatto esibire tanti artisti. “Faceva quello che gli piaceva con coerenza e generosità – ha raccontato suo figlio Marcello – Non faceva distinzione tra artisti: li faceva esibire”. In molte occasioni le iniziative avevano uno sfondo benefico, ad esempio a favore dell’Ipab Lercaro.