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Ambulanze 118 senza medico: il territorio si interroga
La direttiva emanata dal 118 ha riorganizzato il sistema nell'ottica di ridurre i problemi dovuti alla carenza in pianta organica
OVADA – Numeri che inchiodano la provincia di Alessandria a una realtà sulla quale non è possibile sorvolare. Una coperta, quella dell’assistenza sanitaria, sempre più corta. E così per ovviare a una carenza di medici sempre più marcata si è fatta strada negli ultimi mesi un’ipotesi, già attuata nei suoi dettami principali, destinata a far discutere. Si tratta delle linee guida messe nero su bianco dal Dipartimento per l’emergenza sanitaria territoriale 118 che indicano «l’escalation per la demedicalizzazione dei mezzi di soccorso avanzato». I professionisti non utilizzati per le ambulanze andrebbero a riempire i posti vacanti nei turni prestabiliti.
Territori fragili
Le linee guida divengono l’indicazione sul comportamento al quale attenersi in «caso di assenza di medico già preventivate nella redazione di turni mensili o per cause di forza maggiore». Nella distinzione tra area nord e sud della Provincia, con Novi Ligure, Acqui e Ovada inserite nella seconda, la gerarchia prevede l’individuazione di Novi per la scelta del mezzo da demedicalizzare. A seguire Tortona, Acqui e Ovada, punto della provincia forse più disagiato da questo punto di vista.
Verso un nuovo modello
La Centrale Operativa che ha emanato queste direttive è responsabile per i territorio di Alessandria e Asti. Ma le criticità peggiori sono state registrate proprio nella nostra provincia. Una perdita costante registrata negli ultimi anni che «ha portato – si legge nel dispositivo – la pianta organica da un fabbisogno ideale di 66 medici a una disponibilità effettiva di 49». Quanto messo nero su bianco risponde a una necessità «sempre più frequente».
Un sistema 118 che, inevitabilmente, dovrà essere riorganizzato a livello piemontese con l’avvento di Azienda Zero, il modello presentato ufficialmente nel corso del mese di luglio per portare avanti una maggiore omologazione tra le Asl della Regione. Anche l’attività del 118 sarà ricondotta a un livello regionale eliminando così la frammentazione territoriale. Ma nel frattempo ciò che sta avvenendo è destinato inevitabilmente ad aprire un dibattito in ambito medico e dal punto di vista politico.
«Ho già scritto ai miei colleghi sindaci, invitandoli a una videoconferenza che deve tenersi al più presto – ha commentato nei giorno scorsi Paolo Lantero, sindaco di Ovada – C’è bisogno di discutere di sanità. Noi partiamo dalle informazioni che mi stanno arrivando a proposito del Pronto Soccorso, sui problemi di supporto medico che si potrebbero generare in prospettiva. Discuteremo anche del problema dell’assistenza sulle ambulanze del 118». Da Acqui sarebbe invece partita una lettera ufficiale, indirizzata in Regione, con una richiesta di chiarimenti.