Pietro Gasti “In campo ricordando nonno Pinuccio”
Il palleggiatore è nipote dello storico dirigente artefice di tanti successi della società
OVADA – La pallavolo come tratto distintivo della famiglia. Una stagione vissuta a pieni giri quella vissuta da Pietro Gasti. Il giovane palleggiatore ovadese (classe 2003) è stato infatti protagonista sia con la prima squadra che con un’under 18 che si è spinta fino a sfiorare il titolo regionale. Una crescita esponenziale che ha fatto felice nonno Pinuccio, scomparso qualche mese fa, per anni presidente del sodalizio e dirigente che più di tutti ha dato un’impronta all’attività.
Ti ricordi il momento in cui hai deciso che avresti giocato a pallavolo?
In realtà da bambino ho provato diverse discipline. Ho fatto nuoto, per un certo periodo ho giocato a calcio e tennis. Ma mio nonno mi ha sempre spinto per la pallavolo. Con il passare degli anni mi ci sono appassionato.
Quale aspetto è stato decisivo per far crescere questa passione?
Sicuramente la mia famiglia ha esercitato un ruolo perché l’ho vista molto più coinvolta quando giocavo a pallavolo rispetto ad altre competizioni. In più sono rimasto per anni in un gruppo che è cresciuto, attraverso le diverse categorie, e si è cementato. Anche questa è stata una ragione importante.
Qualcosa di specifico del gioco?
Non c’è un elemento particolare, più importante di altri.
Ricopri un ruolo che presuppone una buona dose di responsabilità e personalità. Ti senti il punto di riferimento della squadre e come lo interpreti?
La gestione del ruolo dipende dall’allenatore con il quale lavori e dalla sua visione. Tutto nasce proprio dalla collaborazione e dal lavoro comune. La preparazione ti aiuta poi quando sei in campo. Quest’anno ho vissuto cambiamenti.
In che senso?
L’allenatore di quest’anno mi ha spinto a prendere più decisione. Di certo non posso fare quello che voglio ma ho una certa autonomia all’interno degli schemi sviluppati con la squadra.
Quale aspetto del tuo gioco è secondo te a un buon livello ed invece che particolari stai cercando di migliorare?
Devo migliorare l’attenzione nei momenti del gioco legati alla difesa. Le coperture, ad esempio. Per le cose positive preferisco che siano gli altri a indicarli.
Avete fatto una grande stagione giovanile. Come vi siete trovati ad un livello di gioco molto più alto?
Alle finali regionali secondo me potevamo anche fare qualcosa in più. Abbiamo giocato bene contro avversarie più abituate. Non abbiamo affrontato i vincitori assoluti ma con pochi dettagli potevamo incidere ancora di più. L’esperienza però è stata importante.
Per quali motivi?
Abbiamo giocato in palazzetti pieni. Abbiamo affrontato momenti di tensione. Siamo tornati con un bagaglio importante. Durante l’anno ci siamo integrati con i ragazzi arrivati da Novi. Anche questo ci ha portato a un salto di qualità.
Gli ultimi anni molto particolari sono stati quelli dell’approdo in prima squadra. Che gradino c’è tra lo sport giovanile e quello degli “adulti”?
Sono cresciuto ma soprattutto grazie ai miei compagni veterani. La differenza principale è la mentalità. Ma su quello abbiamo lavorato in ogni allenamento.
Come vedi il tuo futuro da pallavolista?
Ho terminato gli studi, l’anno prossimo sarò all’Università. Ma cercherò in ogni modo di mettermi a disposizione della squadra. Sono molto attaccato a questa maglia, la sento davvero mia.
Qual è il tuo giocatore preferito?
Bruno de Rezende, il forte palleggiatore brasiliano nell’ultima stagione in Italia con la maglia di Modena