Carolina Angelini, il volley sulle orme della sorella
OVADA – Le partite della sorella maggiore Vittoria (premiata qualche anno fa dal nostro settimanle nell’ambito del concorso “Sportissima”) a far scattare la scintilla per la passione. Carolina Angelini è una delle promesse di un vivaio, quello della Pallavolo Ovada, da sempre particolarmente generoso nella produzione di atleti approdati poi in prima squadra. «Ho già fatto qualche allenamento con laprima squadra – racconta Carolina – Ed è arrivata la convocazione per una partita del campionato di C2».
Come hai cominciato a giocare?
Ero abbastanza piccola. Con la famiglia andavo a vedere le partite di mia sorella e mi piaceva moltissimo. Per questo appena c’è stata la possibilità ho iniziato ad andare in palestra. Avrò avuto nove anni, ero in quarta elementare.
La pallavolo è uno sport in cui, più che in altre discipline, la collaborazione è aspetto fondamentale, se non obbligatorio, per poter giocare. Quali aspetti di questo sport ti piacciono di più?
Mi piace in particolare proprio il concetto di squadra. Siamo consapevoli che si vince e si perde tutte assieme. Ognuno deve dare il suo contributo al gruppo, sia in allenamento che durante le partite.
Il tuo attuale ruolo è quello di schiacciatrice. Quali sono gli aspetti del tuo gioco che apprezzi maggiormente e su quali il tuo allenatore ti spinge a far attenzione per migliorarti?
Credo di saper mettere sul campo una buona grinta. Secondo me è un aspetto molto importante. Per quanto riguarda invece gli aspetti più tecnici il mio allenatore mi ha spesso dato l’indicazione di concentrarmi sul bagher. So che lo devo migliorare. Ma gli aspetti sono anche altri.
Quali?
Beh attualmente uno dei miei talloni d’Achille è sicuramente l’altezza, specie se rapportata la mio ruolo. Per sopperire è chiaro che la tecnica dev’essere di alto livello. Me lo dice spesso il mio allenatore.
Come ti trovi con lui?
“Spina” (Sergio Volpara ndr) è molto esigente. Quando siamo in palestra fatichiamo molto e ci spinge ad essere molto concentrate. Uno sforzo che poi viene ripagato quando andiamo in partita con le nostre prestazioni.
Arrivi da una stagione in cui, oltre all’impegno con ovadese, sei stata convocata nella selezione territoriale Under 14 dove hai anche avuto il ruolo di capitana. Che esperienza è stata?
Ho avuto la possibilità di confrontarmi con un livello di gioco sicuramente più altro rispetto a quello visto finora. L’esperienza è stata davvero bella. Di sicuro non mi aspettavo di essere nominata capitana della squadra. È un aspetto che mi ha dato grande felicità.
Come l’hai vissuta?
Ho cercato di concentrarmi sul campo, facendo tutto quello che potevo per giocare al meglio dal punto di vista tecnico.
C’è un insegnamento del tuo allenatore che finora ha avuto un peso particolare?
Credo che Spina sia tra i migiori. L’aspetto importante, come dicevo è quello dell’impegno.
Come di vedi tra qualche anno? Stabilmente inserita nell’organico della Prima Squadra, magari con tua sorella? O ti piacerebbe fare un’esperienza altrove?
L’aspirazione ad arrivare più in alto c’è sicuramente. La possibilità di giocare ad un livello più alto non sarebbe sicuramente da buttare via. Al tempo stesso far parte della prima squadra ovadese sarebbe un orgoglio. L’ho vista da vicino quest’anno e voglio tornarci.
Qual è la tua giocatrice preferita?
Caterina Bosetti.