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    Un ortaggio bruciato dalla calura
    Economia, Generic, Home
    17 Luglio 2022
    ore
    15:32 Logo Newsguard
    Agricoltura

    Il caldo brucia la verdura nei campi

    Coldiretti denuncia gravi danni in tutta la provincia.

    ALESSANDRIA – Il caldo torrido sta “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite che in alcune zone arrivano al 70% del raccolto, dai meloni alle angurie, dalle albicocche e susine ai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere.

    E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Alessandria.

    Il caldo brucia la verdura nei campi

    Siccità, il Piemonte corre ai ripari

    Oggi incontro Regione-Province. Un disastro per i fiumi. Il meteo non conforta

    L’organizzazione di corso Crimea spiega in una nota: “L’impatto della siccità e del caldo sulle produzioni alessandrine è devastante, con danni che superano ormai i 250 milioni di euro a livello provinciale e i 900 a livello regionale. Si registrano cali del 50% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle e di oltre 40% della produzione di frumento tenero”.

     

    Non solo caldo

    Ai danni procurati dal meteo si devono poi aggiungere quelli da cornacchie, gazze e topi che stanno rovinando colture da campo oltre alle attrezzature. Un’altra calamità naturale che si aggiunge a quella della fauna selvatica.

    “Riescono a sradicare le piantine, bucare e rovinare meloni, angurie e altri colture da campo e le attrezzature come le manichette per l’irrigazione, piuttosto che i teli per la pacciamatura – spiega il direttore di Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco – Sono problemi che vanno ad aggiungersi quelli legati alla sfera igienico igienico-sanitaria, relativamente alla potenziale trasmissione di patologie agli allevamenti zootecnici. È ormai un problema cronico che colpisce molte aziende. Agricoltori e allevatori subiscono ogni anno danni che neppure i risarcimenti, quando ci sono e arrivano, possono coprire le perdite e comunque non rimediano all’impossibilità di poter programmare le produzioni”.

    In questa situazione drammatica più di 1 impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

    Cambiamenti

    “I cambiamenti del meteo – aggiunge il presidente Mauro Bianco – obbligano gli imprenditori a modificare le tipologie di quanto coltivato, per questo le angurie anche in provincia di Alessandria stanno diventando sempre più diffuse. Ciò ha portato però a dover fare i conti con un aumento di cornacchie e gazze, una presenza che negli anni è tornata in maniera prepotente mettendo in difficoltà i tanti frutticoltori già alle prese con annate critiche”.

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