Come stanno le aziende, dalla Guala alla Solvay
Riflessione di Roberto Marengo, segretario generale della Femca Cisl. I problemi, le opportunità
Parla Raffaella Pastorino, direttore della Casa di Carità Arti e Mestieri
OVADA – «La sensazione di far fatica a trovare candidati per soddisfare la richiesta di lavoro l’abbiamo in tanti. Difficile dare una risposta a questo fenomeno». Raffaella Pastorino dirige da tre anni è mezzo anni la “Casa di Carità“, il maggior erogatore di formazione professionale sul nostro territorio.
L’ente ogni giorno fa i conti con la situazione descritta dalle aziende ovadesi, Ormig, Vezzani e Bovone, che faticano a individuare candidati. Il caso limite è quello del corso, organizzato con Confindustria, per individuare cinque addetti da inserire da subito nella forza lavoro.
«Non troviamo i soggetti – prosegue Pastorino -. Io la trovo una cosa incredibile. E l’esempio del corso con Confindustria è un paradigma. Ci sono cinque posti assegnati dopo una selezione. Le possibilità di assunzione sono forti. In questo momento i candidati non li troviamo. Chi ha i requisiti si faccia avanti».
Il termometro attuale parla di un territorio ricco di opportunità. «Al momento c’è molta richiesta di lavoro – sottolinea Pastorino -. Le aziende chiamano di continuo, ci chiedono di mandare i nostri ragazzi a conoscere il loro ambiente. Il segnale secondo me è molto chiaro. L’ambito meccanico è il primo. Poi c’è richiesta per disegnatori cad e manutenzione. Servono anche magazzinieri. E i ragazzi che terminano i corsi da grafici oppure meccanici in genere vengono assunti».
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E se, da un lato, c’è una “dispersione” di risorse umane sempre più rimarcata («Soprattutto per motivi di studio: probabilmente chi dopo i cinque anni del Barletti si iscrive all’Università poi fa scelte che lo portano lontano dal territorio»), dall’altro si guarda anche a ciò che le aziende stesse possono offrire ai candidati. «Oggi lavorare a una macchina utensile non è più come vent’anni fa – conclude Pastorino -. Oggi è un lavoro stimolante, tutto si fa con il controllo numerico. Bisogna sfatare il mito legato alla catena di montaggio di diversi anni fa perché non è più così. In genere non si tratta di una sistemazione poco pagata o soggetta a sfruttamento. In molti casi, anzi, le condizioni di lavoro sono migliori di quelle proposte a chi si rivolge al settore dei servizi dopo aver preso il diploma».
L’intervista completa a Raffaella Pastorino è disponibile sul numero de l’ovadese attualmente in edicola.