Provincia ‘lenta’: «Crescita tra le più basse del Piemonte. Tonfo per colpa del Covid»
Il primo punto di un corposo dossier di Giovanni Facco riguarda Pil e Valore Aggiunto. Alessandria, a livello regionale, fa la lumaca...
Il tasso di crescita produttiva della provincia di Alessandria è tra i più bassi del Piemonte, nonostante sia la terza più ‘ricca’, dopo Torino e Cuneo. Per avere un quadro più completo di ‘come sta andando’ in termini economici è bene analizzare soprattutto gli anni pre Covid e capire la risposta del tessuto imprenditoriale, sociale e amministrativo abbia risposto all’emergenza, ammesso che sia stato in grado di farlo.
Giovanni Facco (nella foto), consulente di direzione gestionale per varie aziende, già assessore tecnico al personale e alle partecipate del Comune di Genova e ricercatore in partnership con Il Comunicatore Italiano, ha voluto prendere in mano i numeri della nostra provincia e capire – in un quadro più semplificato e globale – punti deboli e di forza per una più ampia analisi sulla sostenibilità e l’economia digitale dell’Alessandrino.
I dati si riferiscono al periodo 2008-2019 e la fonte è quella dell’Istat. Si parte subito ‘male’: «L’Italia ha un problema di bassa produttività̀ da almeno 20 anni e la performance italiana è inferiore a quella degli altri paesi europei».
Valore Aggiunto
Il Valore Aggiunto (VA) è un indicatore che misura la ricchezza prodotta dal sistema economico-produttivo di un territorio e segue l’andamento del Pil.
Il VA del Piemonte passa dai 115,8 mld di euro del 2008 ai 123,4 mld del 2019 (+7%); nel 2020, per effetto della pandemia, ritorna però ad un valore ancora più basso di quello raggiunto nel 2008 (-2%).
Quale contributo danno le province, prese singolarmente, al valore aggiunto regionale? Torino: 67,3 mld, Cuneo: 17,6 mld (il 14,2%), Alessandria: 11 mld di euro (l’8,9%) sono le prime tre in classifica. Diverso, invece è il tasso di crescita: Novara è andata veloce in questi anni: +12%; seguono Asti e Vercelli con +8%; Torino e Cuneo con +7%; Alessandria e Biella con +5%; il Verbano perde l’1%.
Alessandria cresce di 2 punti nel settore industria ma perde leggermente in tutti gli altri (agricoltura, costruzioni). Alessandria fa bene anche nei ‘servizi’.
VA per abitante
Nel periodo 2019-2020 per effetto della pandemia tute le province hanno subito una variazione negativa del Valore Aggiunto. In Piemonte non è andata meglio: Torino -7,3%, Vercelli -8,4%, Novara -7,1%, Cuneo -7,3%, Asti -3,3%, Alessandria -8,7%, Biella -7,3%, Verbano -5,3%.
Alessandria è la provincia che ha avuto una caduta del VA più elevata durante la pandemia -8,7%, seguita da Vercelli 8,4%; Asti è la provincia che ha avuto una caduta inferiore 3,3%.
Classifica nazionale
Vediamo ora le province del Piemonte nella classifica nazionale per quanto riguarda il posizionamento, il valore economico e il tasso di crescita: Torino, 18° posto, VA euro 28.261; Cuneo, 24° posto, VA euro 27.281; Novara, 36° posto, VA euro 25.556; Alessandria 47° posto, VA euro 23.841; Biella 49° posto, VA euro 23.448; Vercelli, 50° posto, VA euro 23.387; Asti, 51° posto, VA euro 23.152; Verbano 66° posto, VA euro 21.155.
La prima città italiana è Milano con VA euro 47.497, la seconda Bolzano con 39.288; ultima Agrigento con 13.524; la media Italia, VA euro 25.058 (fonte Centro Studi delle Camere di Commercio Tagliacarne-Unioncamere).
Focus provincia
Infine, per completare il quadro, una attenzione a casa nostra. Nel 2019, come detto, il VA prodotto è di circa 11 mld di euro su 123 mld prodotti nella regione (incidenza del 9%); la provincia si colloca al 3° posto dopo Torino e Cuneo, ma in penultima posizione con Biella per tasso di crescita +5%; al VA della provincia contribuiscono: agricoltura con 238 mln (2,1%); industria con 2,5 mld di euro (22,8%); costruzioni con 611 mld (5,5%); servizi con 7,4 mld di euro (67,3%); altri settori (2,3%).
Per quanto riguarda il tasso di crescita di periodo: agricoltura: +9%, manifattura: +22, costruzioni: -23%, servizi: +4%. «Si evidenzia che la manifattura ha avuto performance molto buona: è utile anche entrare nel merito dell’aggregato settore dei servizi per capirne le dinamiche».
Chi sale e chi scende
Commercio in crescita del +6% e contributo al VA del 24%; servizi di informazione e comunicazione in perdita del -17% e contributo al VA del 1,6%; attività finanziarie ed assicurative in perdita del -2% e contributo al VA del 3,9%; attività immobiliari crescono del +8% e contribuiscono per il 13,5%; attività professionali e tecniche in perdita del -6% e contributo al VA del 6,5%; amministrazione pubblica, sanità, assistenza e istruzione sono in crescita del +6%. La fetta sul VA è del 18%.