Gnocchetto: si ricordano le vittime dell'attentato al treno
Cerimonia per il 74° anniversario a pochi giorni dalla scomparsa di Renzo Bottero che più di tutti si adoperò perchè…
OVADA – Quest’anno ricorre il 77° anniversario del deragliamento ferroviario avvenuto il 27 febbraio 1945 a Gnocchetto, nel territorio del Comune di Tagliolo-Belforte (oggi Comune di Belforte). Sulla linea ferroviaria Genova-Acqui, i partigiani organizzarono un attentato ad un treno tedesco che di notte pattugliava la linea per evitare sabotaggi. Purtroppo, verso le ore diciannove, giunse al Gnocchetto, in località Santo Criste, il treno accelerato per Torino, carico di pendolari, che raggiungevano le famiglie sfollate in Piemonte.
Gnocchetto: si ricordano le vittime dell'attentato al treno
Cerimonia per il 74° anniversario a pochi giorni dalla scomparsa di Renzo Bottero che più di tutti si adoperò perchè…
L’accelerato era in forte ritardo e non avrebbe dovuto transitare sulla Genova-Acqui, ma vi era stato deviato a causa di eventi bellici che ne avevano determinato il cambio di percorso. Quando il treno giunse nel punto in cui erano stati allentati alcuni bulloni dei giunti delle rotaie, la motrice si staccò dalle vetture, la prima vettura ed il bagagliaio si rovesciarono in un ritano e le altre vetture si inclinarono su un fianco. Il deragliamento ebbe luogo sul ponte che collega la galleria della Rocca con la galleria del Ciso, nella valle del Rio Ceci, sul confine con la Liguria. Secondo recenti aggiornamenti, quindici persone morirono sul posto.
Gnocchetto: 76 anni dopo si ricorda l'attentato al treno
L'episodio, avvenuto nella frazione ovadese, risale al 27 febbraio 1945
Intervennero i militi della Croce Rossa di Genova ed una parte dei feriti vennero trasportati all’ospedale di Ovada ed al San Martino di Genova. Le opere di soccorso furono ardue; giunsero medici, vigili del fuoco, furono usate fiamme ossidriche per liberare gli imprigionati tra le lamiere. Uno spettacolo terrificante, tra pianti, lamenti, urla. I tedeschi fecero distribuire un manifestino, dal quale risultavano 26 morti e 40 feriti. All’alba, erano pronti a bruciare tutto l’abitato di Gnocchetto, se tra le vittime si fosse trovato un solo tedesco. Ciò non accadde e la frazione fu salva.
"Sensazione inafferrabile, qualcosa di troppo grande"
Dalle testimonianze dei protagonisti, la ricostruzione dei momenti decisivi per la Liberazione
Domenico Camera nato a Tagliolo, residente a Genova, 33 anni, manovale
Martino Daidone nato in provincia di Catania, residente a Genova, 36 anni, marittimo
Alberto Ferrando di Genova, 44 anni, esercente
Adolfo Lanzarotto di Genova, 42 anni, pescivendolo
Giuseppe Musumeci nato in provincia di Catania, residente a Genova, 23 anni, marittimo
Antonino Marino nato a Palermo, residente a Genova, 42 anni
Andrea Scurfoglizzo nato in provincia di Napoli, residente a Genova, 38 anni
Aristide Monzeglio nato a Murisengo, residente a Genova, 50 anni
Giuseppe Cabella nato a Gavi, residente a Genova, 39 anni, operaio
Giuseppe Cavallero nato a Borgoratto, residente a Genova Sestri, 40 anni, elettricista
Virginia Lolli di Rapallo, 32 anni
Bruno Cevasco di Bargagli, 30 anni, contadino
Domenico Guarnaschelli nato in provincia di Pavia, residente a Chiavari, 61 anni, conduttore ferrovie
Giuseppe Romano nato in provincia di Bari, residente a Genova Rivarolo, 52 anni, manovale
Demetrio Massimo Marzocchi di Torino, 36 anni, falegname.
Vittime decedute in altra data, in seguito alle ferite riportate: Vittorio Sgarlata, Armando Landi, Secondo Barboro.