«Nefrologia, pochi medici e reparto a rischio»: l'allarme dei Dem
A Novi Ligure i consiglieri di centrosinistra denunciano una grave carenza d'organico che metterebbe in pericolo la struttura
La Regione vuole realizzarlo in salita Bricchetta a Novi Ligure. In programma anche due "case di comunità", a Novi e Arquata Scrivia
NOVI LIGURE — Con i fondi del Pnrr la Regione ha deciso di destinare oltre 60 milioni di euro per potenziare la sanità in provincia di Alessandria. Nel pacchetto c’è anche la realizzazione di due “case di comunità” (a Novi Ligure, presso il distretto sanitario di via Papa Giovanni e ad Arquata Scrivia nei locali Asl di via Libarna) e di un “ospedale di comunità”, a Novi in salita Bricchetta.
Le case di comunità sono strutture in cui operano medici di famiglia, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute e che può ospitare anche assistenti sociali. L’ospedale di comunità è una struttura a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Per l’ospedale di comunità la Regione conta di spendere circa 2,5 milioni di euro, che si andranno ad aggiungere ai 3 milioni necessari per le due case di comunità di Novi e Arquata.
Lo scopo, ha detto il governatore Alberto Cirio, è puntare sulla medicina territoriale: «La pandemia ha dimostrato la grave mancanza di un sistema in grado di curare i cittadini a casa propria o attraverso servizi di prossimità. In alcuni casi le risorse serviranno per potenziare strutture già esistenti e in altri casi per riaprirle o realizzarle ex novo. È un momento storico, perché dal 2014 i posti letto in Piemonte hanno sempre subito tagli e riduzioni, mentre oggi per la prima volta torniamo a incrementarli».
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«Abbiamo chiesto ai direttori sanitari di valutare dove potessero essere ubicate le strutture, coinvolgendo anche informalmente i sindaci, privilegiando l’utilizzo di immobili già esistenti, di proprietà aziendale o comunale e senza compromettere ulteriore suolo», ha detto l’assessore regionale Luigi Icardi.
Secondo Daniele Valle (Pd) la giunta regionale non ha coinvolto a sufficienza il territorio in scelte così cruciali. Il dem Domenico Rossi ha sottolineato che «non esiste un vero Piano regionale delle strutture che verranno finanziate con il Pnrr, ma solo un elenco di indirizzi senza alcuna distinzione tra strutture completamente nuove e ristrutturazioni di edifici esistenti».
Per Marco Grimaldi (LeU), «case e ospedali di comunità, senza la previsione di un piano d’investimento per medici, infermieri e operatori sociosanitari, rischiano di ridursi a grosse scatole vuote». Sarah Disabato (M5s) ha espresso la «necessità di ascoltare le rappresentanze dei soggetti interessati alla localizzazione delle case e degli ospedali di comunità e di discutere il fabbisogno del personale che sarà necessario al loro funzionamento». «Da tempo si parla di questa importante riforma della sanità territoriale – ha detto Disabato – Invece la giunta si è presentata all’ultimo minuto, con un documento insufficiente, a pochi giorni dalla scadenza dei termini di consegna al governo».
L’assessore Icardi ha replicato che «i tempi stretti sono frutto delle urgenze scandite da Roma. La continua variazione dei finanziamenti e degli orizzonti temporali ci hanno imposto tempi strettissimi, andando probabilmente a scapito di una maggiore condivisione».
Martedì la delibera arriverà in aula per l’esame da parte del consiglio regionale. Entro il 28 febbraio il provvedimento dovrà essere votato e inviato ad Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, che la sottoporrà al ministero della Salute per l’approvazione.