ReLife acquisisce il gruppo Plastipoliver
Il gruppo genovese arrivare a superare i 250 milioni di euro e i 650 addetti
La prima ha assunto il nome ReLife Paper Mill, la seconda ReLife Plastic Packaging
ALESSANDRIA – Dal 1° febbraio due storiche aziende dell’Alessandrino hanno cambiato nome: Cartiera Bosco Marengo è diventata ReLife Paper Mill, mentre Plastipoliver ha assunto la denominazione di ReLife Plastic Packaging.
Il cambio di ragione sociale segnerà il passaggio dalla dimensione locale di singole imprese a quella di divisioni produttive di un player nazionale, ReLife Group, che opera a livello internazionale nel settore dell’economia circolare attraverso la produzione di imballaggi sostenibili, quali scatole e film riciclato, ottenuti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili.
La portata di questa novità è importante. Perché, se da un lato vedrà accrescere il livello di occupazione e la ricaduta economica generata dall’indotto sul territorio, dall’altro è destinata ad aumentare la competitività delle due aziende a livello nazionale e internazionale e a rendere ancora più significativo l’indotto generato sul territorio, considerata la presenza di ReLife Group nella provincia di Alessandria e sulla maglia dei Grigi come uno degli sponsor del club.
A Tortona, infatti, si trova un altro impianto Recycling, mentre a Silvano d’Orba opera il nuovo stabilimento Refuel per il trattamento degli scarti di lavorazione provenienti dai 18 siti industriali del Gruppo presente anche in Liguria, Lombardia, Veneto e Toscana.
La Cartiera Bosco Marengo ha una storia di 120 anni alle spalle. È guidata dalla famiglia Ghigliotti dal 1969, quando Bernardo, nonno dell’attuale amministratore delegato, Stefano Ghigliotti, acquista l’impianto a seguito del fallimento della Kraft.
La cartiera è specializzata nella produzione di cartoncino, cartone per tubi in coreboard e cartone teso per interfalda, per un totale di 115mila tonnellate derivanti al 100% da carta macero. A fornire la materia contribuiscono anche gli impianti della divisione ReLife Recycling, uno dei quali si trova a Tortona. I 50 addetti provengono quasi tutti dalla provincia di Alessandria, il fatturato ha l’obiettivo di superare i 60 milioni di euro e l’indotto generato sul territorio si stima in oltre 10 milioni di euro all’anno.
“Il cambio di nome non rappresenta un cambio della nostra identità – spiega Stefano Ghigliotti, Ad di Cartiera Bosco Marengo – Si aprono nuove prospettive di crescita, grazie all’integrazione con le altre divisioni di un gruppo industriale che punta il proprio sviluppo sulla capacità di creare sinergie con clienti e fornitori da considerare come dei veri e propri partner per l’Ambiente. Da tutto questo potranno esserci solo vantaggi per l’occupazione nel nostro territorio e una maggiore competitività per la nostra divisione produttiva.”
Plastipoliver, con la sorella Plastipol (aziende fondate tra la metà degli anni ’60 e gli anni ‘70 del secolo scorso a Tagliolo e Silvano d’Orba da Umberto Malaspina), è un fiore all’occhiello dell’imprenditoria nel Basso Piemonte. Oltre 30 brevetti e diverse certificazioni in materia ambientale ne fanno un punto di riferimento internazionale nel campo della trasformazione di materia prima secondaria in nuovi prodotti ad alta sostenibilità.
ReLife acquisisce il gruppo Plastipoliver
Il gruppo genovese arrivare a superare i 250 milioni di euro e i 650 addetti
È certificata la riduzione di oltre il 50% delle emissioni di Co2 rispetto all’utilizzo di prodotti realizzati con materiale vergine, e il processo di purificazione delle plastiche post consumo rappresenta un’eccellenza tecnica a livello europeo.
Plastipoliver, guidata da Simona e Alberto Malaspina, lavora oltre 15mila tonnellate di granulo (tra vergine e riciclato) e produce 2,5 miliardi di sacchi venduti al consumatore finale, e più di 800 diversi prodotti quali sacchetti alimentari per conservare i cibi refrigerati, custodie per indumenti, sacchi per la raccolta dei rifiuti, film in polietilene.
Le persone che si occupano del ciclo produttivo sono 110, mentre gli obiettivi di fatturato sono pari a 45 milioni di euro, con un indotto sul territorio che si aggira intorno a 8 milioni di euro l’anno.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questa svolta – sottolinea l’Ad Alberto Malaspina – Questo cambio di nome significa entrare nel futuro e al tempo stesso compiere un passo nel solco tracciato da papà Umberto, un vero pioniere. Ebbe lui l’intuizione di produrre plastica rigenerata ai tempi della crisi petrolifera degli anni ’70. Guardare avanti è un’attitudine di famiglia.”
“Il cambio di nome delle due storiche aziende alessandrine avviene nel segno della continuità – chiosa il Ceo di ReLife Group, Marco Benfante – Le famiglie Ghigliotti e Malaspina partecipano alla nuova avventura con F2i, il fondo di caratura internazionale che con il 70% delle azioni della compagine darà a queste aziende e al gruppo la forza e la solidità per espandersi a livello europeo e, al tempo stesso, di accentuare il proprio radicamento nelle realtà locali”.
“ReLife entra nel futuro – prosegue Benfante (in foto) – Da oggi, il Gruppo si presenta sul mercato come produttore di imballaggi sostenibili, provenienti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili. Una realtà che si pone obiettivi importanti, quali l’abbattimento delle emissioni di Co2, garantire la massima sostenibilità dei propri prodotti, moltiplicare il valore per i clienti, che sono al tempo stesso fornitori, ma soprattutto partner di questo modo di fare economia circolare. Siamo particolarmente orgogliosi delle nostre radici sul territorio di Alessandria, che esprime circa un terzo delle 700 persone che oggi lavorano per raggiungere questi obiettivi”.