“Radici”,
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Redazione  
12 Dicembre 2021
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Ovada

“Radici”, in un video i piemontesi in Argentina

Mercoledì sera allo Splendor il docufilm proposto dalla fondazione che promuove la cultura della nostra Regione

OVADA – Armando Bussetti era ragioniere e amava il canottaggio. Di lui parla nel luglio 1910 il giornale “L’italiano”, stampato a Buenos Aires. Tanti gli esempi di emigranti che tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo partirono da Genova con navi dirette in America Latina. Persone in grado di ottenere, nella loro nuova destinazione, posizioni di rilievo oppure semplici contadini che le loro parole di amore e rimpianto verso la terra natia le affidarono al “Corriere delle Valli Orba e Stura”. Un’epopea che lega il nostro territorio a quello che accadde in tutto il Piemonte. Ora a raccontarla sarà lo spettacolo in programma allo Splendor mercoledì 15 dicembre. «Rèis /Raìz» è un video ed assieme un concerto, proposto dalla fondazione “Radici”, nata per valorizzare l’anima profonda della cultura della nostra Regione.

Lavoro splendido

Nel 2019 i componenti del gruppo folk “Cricca dij Mes-cià” hanno sviluppato la loro tournè tra le città di Ortiz, Zenòn Pereyra, Morteros, San Francisco de Còrdoba. Ne è nato un docufilm (diretto da Daniele Ferrero e Francesca Nuta) che racconta i discendenti, terze e quarte generazioni, dei migranti dal Piemonte. «Abbiamo scoperto – spiegano Maurizio Bongioanni e Davide Barbero, i componenti della band – una dimensione strana fatta di persone che parlano dialetto, mantengono forti legami con la nostra terra, mangiano bagnacauda. Il titolo è la parola radici, in dialetto piemontese e in spagnolo». Il viaggio è durato nove giorni tra incontri e concerti. «Si tratta – precisa Marcello Pasquero, direttore generale di Radici – di una testimonianza sicuramente importante per questo ci siamo mossi per farla conoscere. Quella di Ovada sarà la prima proiezione. Tra i soci fondatori di “Radici” c’è l’Enoteca di Ovada, di questo siamo orgogliosi».

Percorso di vita

La serata sarà introdotta dal contributo dello storico Gian Carlo Libert per un inquadramento del fenomeno migratorio anche dalle nostre parti. Tra i suoi lavori c’è anche “Alessandrini nella Pampa”. Il volume parla anche di Alessandro Ferro, nato a Ovada nel 1853, personaggio non comune nel panorama dell’emigrazione piemontese in Argentina, protagonista di spicco nel panorama industriale del suo paese. Il padre Giuseppe fu tra i sottoscrittori per l’acquisto dell’organo che ancora oggi trova spazio all’interno dell’Oratorio dell’Annunziata. Il figlio Alessandro dal 1890 fu rappresentante della filiale della Cinzano nata a Buenos Aires per occuparsi dell’importazione di vermouth in tutta l’America del Sud. Di esempi ce ne sarebbero altri, uomini e donne sfuggite alla povertà della nostra area che si sono costruiti percorsi di vita alternativi in Sud America.

Storia in primo piano

La fondazione “Radici” nel frattempo si sta occupando della digitalizzazione dell’archivio di memorie e le tradizioni piemontesi. «Sappiamo – conclude Pasquero – di essere di fronte a un lavoro enorme che probabilmente ci porterà via anni. Ma certe testimonianze non possono essere perdute. Ad esse ne aggiungeremo altre, grazie a una serie di interviste a personaggi. Anche l’Ovadese sarà coinvolto nel progetto». La serata sarà seguita da un’altra proiezione ad Alba e sarà anche l’occasione per avviare una raccolta fondi per poter ripetere l’esperienza. Per le due serate l’ingresso è libero. Per accedere allo Spendor è necessaria la prenotazione contattando lo Iat di Ovada al numero 0143.82.10.43. Tra i 15 soci fondatori di Radici c’è l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato.