Enoteca, un temporary restaurant con il Fassushi locale
Il connubio partirà la prossima settimana. Cene ne fine settimana con vini locali fino al 31 gennaio
OVADA – Tre mesi di cene nei fine settimana per promuovere il vino locale e la cucina piemontese in una versione più moderna e accattivante. L’iniziativa viene dalla collaborazione tra l’Enoteca e “The Fassushi”, l’azienda di catering e ristorazione di Silvano d’Orba che creeranno all’interno della sede dell’ente di promozione del Dolcetto un “temporary restaurant” aperto nelle serate di venerdì, sabato e domenica a cena. Il primo appuntamento, con una cena a invito, è previsto per giovedì 11 novembre. L’occasione per presentare un menù nuovo che strizza l’occhio all’oriente pur mantenendo radici ben piantate nella tradizione della nostra regione.
Crisi e opportunità
La storia di Vittorio Basso e Emanuela Gai è già molto nota nell’Ovadese. La battuta di fassona proposta a mo’ di sushi è stata l’idea creata per sviluppare il servizio a domicilio nei primi giorni del lockdown della primavera 2020. Da quell’iniziativa è nato un ristorante all’aperto che ha generato un grande richiamo a Silvano d’Orba. Ora l’idea di legarsi all’Enoteca per proseguire l’attività in ambito invernale. “Le nostre ricette – chiarisce Basso – sono sempre un connubio di Piemonte e Oriente. Promuoviamo il territorio in questo modo. La fassona piemontese degli allevamenti in zona è la base. La nostra idea è quella di una cucina diversa: un misto di preparazioni cotte e a crudo con tecniche diverse come le basse temperature e il sotto vuoto, e accompagnamenti che evocano sapori orientali”. Accanto al cibo una carta di una sessantina di vini, in gran parte locali, selezionati dall’Enoteca stessa. “Il nostro ruolo – chiarisce Mario Arosio, presidente dell’ente – è quello di promuovere i prodotti dell’Ovadese e di essere a disposizione delle aziende locali per iniziative e collaborazioni. Per questo abbiamo aderito alla proposta che ci è stata presentata”.
Spirito locale
Tra le portate del nuovo menù spicca il “raviolo d’Uò”. “Si tratta – aggiunge Basso – di un raviolo Gyoza giapponese ma rivisto. La farcia a crudo è un mix di fassona, verdure e parmigiano. La chiusura è alla giapponese. Saranno cotti a vapore nel Dolcetto. A guarnire scaglie di castelmagno”. “Proposte di questo tipo – spiega Tiziana Zago, produttrice di vino e membro del cda dell’Enoteca – si allaccia benissimo al Dolcetto, specie se fresco e di gradazione non troppo alta. Ma oggi chi beve vino vuole spaziare in un panorama più basto fatto di bianchi e bollicine, seppur di fronte a menù in cui la carne è l’ingrediente principale”. Il 21 novembre, in occasione di “Vino e tartufi”, un’apertura straordinaria a pranzo per un menù dedicato.