Benessere psicologico e Greenpass
L’OMS ha dichiarato per il 10 ottobre la Giornata Mondiale del Benessere Mentale. Sul sito dell’OMS si legge che “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o infermità. I disturbi mentali sono in continuo aumento e il loro peso globale sulla società è enorme”.
Sempre l’OMS ha evidenziato che “il 10-20% dei bambini e adolescenti a livello mondiale soffre di disturbi mentali, che diventano la principale causa di disabilità nei giovani”.
Benessere psicologico e qualità della vita sono dunque strettamente connessi.
La psicologa Carol Ryff si è dedicata a studiare quali fattori o dimensioni hanno un contributo significativo sulla nostra qualità di vita ed ha estratto 6 dimensioni del benessere psicologico che sono:
- Auto-accettazione;
- Controllo dell’ambiente circostante;
- Rapporti positivi con gli altri;
- Autonomia;
- Crescita personale;
- Proposito di vita.
Tali dimensioni vanno ad agire principalmente sul potenziamento di fattori protettivi che ogni individuo dispone naturalmente, come l’autostima, il senso di auto-efficacia, le capacità relazionali e concorrono a definire lo stato di salute e il senso di sicurezza della persona. Mai come oggi tali concetti appaiono lontani dalla nostra vita di tutti i giorni.
Quale autonomia? Quale controllo dell’ambiente circostante? Quale senso di sicurezza?
Dall’8 marzo 2020 viviamo lo stato di emergenza che ad oggi pare procrastinato al 31 dicembre 2021. Misure che limitano la libertà individuale e collettiva per salvaguardare la salute pubblica.
La psiche tuttavia non funziona così. Le emozioni non cedono alla logica delle ragioni di Stato.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a segnali preoccupanti ed inequivocabili di disagio psicosociale nel nostro Paese, che poco hanno a che vedere con le tanto sospirate condizioni di benessere e qualità della vita che sono strettamente legate alla percezione di condizioni positive individuali ma anche collettive.
Personalmente di “politico” vedo poco, al contrario percepisco un moto emotivo potente nella gente, non riconosciuto, e dunque mal interpretato e mal gestito.
Il benessere psicologico ha poi a che vedere con il concetto di prevenzione.
La prevenzione consiste in tutte quelle attività che nascono per anticipare, proteggere e conservare uno stato di agio e benessere individuale e sociale, impedire che si realizzi qualcosa di negativo, cercando di contenere e combattere tutti quei fattori che sono considerati “di rischio”.
Come possiamo dunque, in un momento storico tanto sfavorevole, ripristinare condizioni vitali per la nostra salute mentale?
Sembra che la soluzione sia nella nostra capacità di adattamento e ripristino di una buona socialità. Quanto più siamo capaci di accogliere le nostre emozioni, comprese quelle negative, elaborare i nostri pensieri, anche quelli critici, maturare comportamenti adattivi rispetto alle situazioni ad alto impatto stressante e condurre relazioni sociali soddisfacenti, tanto più favoriamo uno stato di benessere psicofisico.
Durante il periodo pandemico l’Osservatorio di Psicologia in Cronicità dell’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio ha stilato un vademecum di 7 punti per vivere “consapevol-mente” in salute:
- agisci con responsabilità;
- sii protagonista della ripresa;
- seleziona le giuste informazioni;
- collabora con le istituzioni;
- riscopri la tua salute;
- condividi quello che provi;
- trova un nuovo equilibrio.
Appare evidente come il concetto di benessere psicologico si stia evolvendo e noi con esso.
Non dobbiamo rinunciare a stare bene. Non dobbiamo rinunciare a godere di ogni singolo momento della nostra quotidianità in cui possiamo esprimere il nostro ben-essere o il nostro mal-essere, attraverso momenti di introspezione o di socialità, di confronto con familiari, amici, colleghi.
Non dobbiamo rinunciare ad una sana informazione, fatta di fonti eterogenee, scientifiche e complete, non dobbiamo rinunciare al nostro sentire ed al pensiero divergente, e quando esso si discosta dobbiamo accogliere la delusione e la frustrazione, senza mai tradurle in ostilità.
Dobbiamo quindi ascoltare il nostro corpo, i nostri sentimenti, anche se contrastanti, per accoglierli dentro di noi in attesa di una nuova integrazione. Prendiamoci cura di noi e degli altri con autentico amore.
Ed attendiamo fiduciosi e resilienti il 31 dicembre.