Fisiatria: spiraglio per il reparto in bilico
Ieri mattina visita in ospedale dell'assessore regionale alla Sanità Icardi: «Trasferimento negli atti ma ragioniamo su quel che rimane una risorsa»
"Necessario recuperare quello che era un fiore all'occhiello della struttura". La replica dell'Asl
OVADA – «La riabilitazione respiratoria è sempre stata un fiore all’occhiello dell’ospedale di Ovada. Il servizio deve ripartire, possibilmente in un ambiente più spazioso». A prendere carta e penna sono stati alcuni tra i tanti pazienti inseriti nel corso sviluppato all’interno della struttura di via Ruffini dalla pneumologa Alessia Piacenza con la collaborazione dell’infermiera Barbara Argiolas. Il timore è che dietro a una restrizione del servizio giustificata dall’emergenza legata al Covid, ora ci sia l’intenzione di tagliare un servizio prezioso.
Il corso durava circa 2 mesi e consisteva in una visita pneumologica con elettrocardiogramma sotto sforzo e esami spirometrici all’inizio incontri trisettimanali di ginnastica respiratoria con e senza dispositivi medici. Al termine nuovo elettrocardiogramma sotto sforzo e ulteriore sessione di esami spirometrici per verificare la situazione. «Noi pazienti – spiegano alcuni soggetti coinvolti – traevamo grandi benefici sia fisici che psicologici dalla riabilitazione respiratoria, che avveniva in un’atmosfera di alta professionalità ed anche di grande umanità ed empatia». Tutto cancellato, con l’inizio della fase emergenziale legata alla pandemia, che ha reso gli spazi inutilizzabili.
«L’Ospedale è grande ed ha certamente spazi vuoti, che potrebbero essere usati allo scopo – proseguono – Il Covid purtroppo ha sicuramente aumentato il numero delle persone, che pur guarite hanno bisogno di riabilitazione e perciò, perché non favorire anche loro?». L’eventuale chiusura ricalcherebbe quanto già avvenuto in passato con altri ambulatori trasferiti dalla nostra città ad altre sedi dell’Asl Al.
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«Le attività – la replica dell’Asl – sono state interrotte in tutte le nostre sedi così come in altre realtà ospedaliere perché considerate, pur con il distanziamento dei soggetti in stanze spaziose, procedure “a rischio” per i pazienti e per gli operatori». Un problema, a dire della direzione sanitaria, legato anche alla disponibilità di personale dirottato anche a Ovada «ad assicurare il proprio supporto agli altri specialisti nella presa in carico dei pazienti affetti da Covid-19». Asl però annuncia «la riprogettazione del percorso diagnostico e riabilitativo in ambito di disabilità respiratoria che potrà essere su base individuale in regime ambulatoriale o domiciliare.