Eurovision, sfuma il sogno di Alessandria
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Marcello Feola  
24 Agosto 2021
ore
17:29 Logo Newsguard
La scelta

Eurovision, sfuma il sogno di Alessandria

Ad ospitare l'evento una tra Torino, Milano, Bologna, Rimini e Pesaro

ALESSANDRIA –  Saranno Torino, Milano, Bologna, Rimini e Pesaro a contendersi l’assegnazione della sede per gli Eurovision Song Contest 2022: è dunque ufficialmente spezzato il sogno di Alessandria, che aveva provato a proporre la Cittadella per ospitare la competizione canora vinta quest’anno dai Maneskin. 

Escluse, insieme alla nostra città, anche Acireale, Genova, Palazzolo Acreide, Roma e Sanremo.

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Presentata la candidatura per il grande festival internazionale

I requisiti

Ma quali erano i requisiti necessari? Secondo il regolamento, la città ospitante deve essere dotata di un aeroporto internazionale che disti non più di 1 ora e 30 minuti e un’offerta alberghiera di oltre 2mila stanze nelle aree contigue all’evento. Richiesta inoltre un’infrastruttura con i seguenti requisiti: essere al coperto, dotata di aria condizionata secondo gli standard vigenti e ben perimetrabile; avere una capienza di 8mila/10mila spettatori nella sala principale; essere dotata di un’area principale che possa ospitare un allestimento e tutti gli altri requisiti necessari a realizzare una produzione di alto livello con altezze disponibili di circa 18 metri, in particolare con buone capacità di carico sul tetto e facile accesso al carico.

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Eurofestival, sogno finito?

Alessandria sarebbe esclusa; Torino, Milano e Bologna le città in lizza 

E, ancora, avere una struttura logistica intorno all’area principale che supporti le esigenze della produzione dell’Eurovision quali infrastrutture per la sicurezza, un centro stampa per 1.000 giornalisti, un’area per le delegazioni (artisti) che includa i camerini, strutture per il personale e uffici, un’area per l’hospitality, servizi per il pubblico come toilette e punti per la vendita di cibo e bevande; disporre di aree a raso e di facile accesso contigue ed integrate nel perimetro dell’infrastruttura per il supporto tecnico-logistico di 5mila metri. Abbiamo osato troppo?

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