Regione Piemonte, 1 milione di euro per lo smart working delle Pmi
TORINO – La Regione ha creato una nuova misura, gestita da Finpiemonte attraverso un fondo dedicato, per sostenere e potenziare la stipula di contratti di lavoro agile o smart working a supporto delle micro, piccole e medie imprese con sede operativa in Piemonte. Le risorse complessive messe a disposizione ammontano a 1 milione di euro: il bando per l’assegnazione non ha scadenza e sarà aperto fino a esaurimento del fondo.
“Uno strumento importante per le nostre Pmi – commenta l’assessore al Lavoro, Elena Chiorino – in cui credo e che ritengo essere di fondamentale importanza sia per lavoratori ma anche per le imprese, per garantire un’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro. Un sostegno concreto anche per alleggerire, attraverso sgravi contributivi ed incentivi importanti, le nostre aziende già penalizzate dagli effetti devastanti della pandemia”.
Dal 24 maggio le imprese piemontesi possono presentare domanda per ricevere il contributo a fondo perduto destinato alla realizzazione di investimenti, acquisto di hardware e software, personalizzazione di applicazioni e integrazione con altri sistemi informativi aziendali, attivazione o adeguamento di impianti tecnici e dei locali necessari per l’esercizio dell’attività in smart working. In alternativa le aziende potranno promuovere corsi di formazione professionale e manageriale per i dipendenti, gli amministratori e i soci. I corsi però dovranno essere strettamente funzionali all’esercizio dell’attività in smart working ed essere forniti da operatori accreditati dalla Regione.
“Lo smart working diventa finalmente uno strumento raggiungibile non solo dalle multinazionali tecnologiche – aggiunge il consigliere regionale Andrea Cane, con cui si è avviato il dialogo sul tema del lavoro agile un anno e mezzo fa, in pieno lockdown – ma anche per le numerose aziende piemontesi.”
Con la diffusione della pandemia e la necessità di contenere l’emergenza sanitaria, le aziende hanno organizzato, ove possibile, il lavoro dei propri addetti da remoto. Questo ha comportato una serie di conseguenze sia a livello individuale che sociale e ambientale, oltre che la necessità per le imprese di rivedere la propria organizzazione del lavoro, mentre per i lavoratori, con un un’attenzione particolare alle lavoratrici, per agevolare l’organizzazione familiare intesa anche come organizzazione della famiglia e la cura dei figli.