Sbarco su mercati europei: «L’Ovada punta a Danimarca e Svizzera»
Il futuro dell'etichetta ovadese secondo il Consorzio di Tutela
OVADA – Non rimanere fermi. Il Consorzio dell’Ovada docg guarda ai prossimi mesi nel tentativo di individuare canali commerciali e nuove iniziative di promozione e ripartire con maggiore slancio nell’attività troncata bruscamente dalla situazione generale lo scorso autunno. «Abbiamo un Dolcetto diverso – chiarisce Daniele Oddone, da pochi mesi presidente dell’associazione di tutela -. Questa caratteristica può essere un vantaggio in un panorama piemontese molto ricco. A patto di sviluppare un’identità precisa».
Partirà dall’esperienza dei produttori la campagna di promozione in fase di studio. «Vogliamo – aggiunge Oddone (nella foto sotto, a sinistra, insieme a Italo Danielli, titolare di Cascina Gentile a Capriata d’Orba – mostrare le vigne, e la vita di chi è nel mondo del vino». L’obiettivo è quello di creare un materiale di presentazione in vista del futuro possibile sbarco in alcuni mercati esteri. «Abbiamo individuato la Danimarca e la Svizzera come possibili target più interessanti dopo aver valutato le loro caratteristiche e con i vini che produciamo». Nel frattempo sono partiti corsi di formazione rivolti ai produttori.
Lo scorso anno “Ovada incontra”, il format principale di promozione sul nostro territorio fu di fatto fermato dallo scenario legato all’emergenza sanitaria. Poche settimane prima il Consorzio aveva ottenuto un bel successo di visibilità e consensi con l’incontro organizzato a Milano in collaborazione con Ais. «Penso che andremo avanti in questo modo, con eventi ancora in corso di definizione». Nel mirino altre città del nord ovest come Torino, Genova ed anche Bologna. Si lavora anche per recuperare quanto era stato pensato per la manifestazione prevista lo scorso ottobre al parco Pertini, l’evento che doveva mettere in mostra la qualità del vino e la sua notevole versatilità.
Sul fronte del lavoro di cantina e vigna in primo piano c’è il progetto di ricerca avviato con la vendemmia 2020 con l’Università di Torino. «Stiamo raccogliendo elementi interessanti di valutazione – conclude Oddone – Ad oggi la nostra realtà può contare su 1.500.000 bottiglie di Dolcetto Doc e un decimo di Ovada docg. Dobbiamo capire se mettere mano al nostro disciplinare proprio per caratterizzarlo di più alla luce dei risultati della ricerca e valutare il nostro ruolo nell’ambito della riorganizzazione delle Doc».