“Il Piemonte scende troppo lentamente. Alessandria in salita”
Analisi e grafici del professor Bianchi dell'Upo
ALESSANDRIA – «Non è la prima volta che accade da quando è iniziata la pandemia, ma Alessandria è in controtendenza. Dopo una fase in cui la nostra provincia è stata la migliore del Piemonte, ora la prospettiva si è ribaltata: negli ultime sette giorni, infatti, abbiamo fatto registrare la peggiore prestazione dell’intera regione».
Comincia con questa considerazione l’analisi di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che disegna un quadro ricco di sfaccettature, da valutare nei dettagli. Perché se a livello nazionale e anche in Piemonte le cose stanno migliorando – anche se, come vedremo, a due velocità – le cose da noi non vanno bene.
La classifica
Per comprendere meglio, facciamo riferimento alla consueta graduatoria dell’incidenza dei nuovi contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Il Piemonte, infatti, rimane saldamente al comando a quota 338 (ricordiamo che il limite per fare scattare la zona rossa è 250), la Lombardia è seconda, a 281, mentre l’Italia completa il podio, ferma a 239. Alessandria resta ultima, ma si avvicina, e ora è a 231.
«Significa – chiarisce Bianchi – che mentre in Italia e anche in Lombardia la curva sta rallentando, in Piemonte questa discesa è ancora troppo timida. Le prospettive sono migliori, senza dubbio, ma in questo momento la svolta è ancora lontana. E Alessandria in qualche modo preoccupa: a livello regionale si registra una diminuzione in percentuale del 3,5%, mentre da noi c’è una crescita addirittura del 17%».
A livello regionale, in termini di casi settimanali, scendiamo, da 15.215 a 14.685, quindi 530 in meno e 2.098 al giorno: molto bene Torino, mentre le altre province ‘si spaccano’, alcune con segno più e altre con segno meno. «Il nostro, purtroppo – osserva il professore – è il territorio che registra l’aumento più significativo, mentre Asti segue a ruota. Migliora Cuneo».
Negli ospedali
Le terapie intensive salgono, ma un ritmo meno ridotto: 364 il totale dei posti occupati, 15 in più rispetto a settimana scorsa, con tasso di saturazione al 58% (era al 56%). I ricoveri ordinari fanno registrare invece un aumento di 301 unità (da 3536 a 3837) con tasso di saturazione al 66,4%, «invece i decessi rallentano, sei in meno, con tasso di letalità che passa dal 2,2 all’1,8%. Stabili asintomatici e Rsa, continuano ovviamente a scendere le scuole, oggi al 6,9%. Resta purtroppo molto elevato il tasso di positività, all’8,5%, e la percentuale aumenterebbe ancora se prendessimo in considerazione soltanto le persone testate, e non il totale dei dati, che include anche chi si sottopone a tampone per certificare l’avvenuta guarigione».
Dati eloquenti
Alessandria sale da 830 a 968 contagi settimanali, 138 in più e 138 al giorno. «Per trovare numeri simili – conclude Bianchi – dobbiamo tornare indietro ai primi di dicembre, ma il dato più eloquente è un altro: a fine febbraio eravamo a 48 casi al giorno, in un mese le dinamiche sono completamente cambiate. Le buone notizie arrivano dai guariti, che sono sempre molti, ben 784 in più, mentre i decessi restano fermi, a 14. Il tasso di letalità è invariato, all’1,7%, i nuovi attualmente positivi sono 170. Previsioni? In un simile contesto non si possono azzardare pronostici, sicuramente le chiusure di Pasqua e anche dei giorni successivi risultano provvidenziali. E faranno bene».