“Sanremo è l’evento: la gara non esiste”
Roberto Tiranti parla delle sue esperienze al festival della canzone italiana e giudica quanto si è visto nel 2021. "Quella volta con Pippo Baudo..."
OVADA – «Ma davvero c’è chi ancora pensa che il Festival di Sanremo sia una gara?». Roberto Tiranti, oggi musicista affermato e docente di canto, ha esordito a Sanremo nel 1996 con i New Trolls e Umberto Bindi interpretando il brano “Letti”. L’anno successivo tornò con “Alianti liberi”. «Il Festival è un evento, non esiste la gara. Ma con quest’affermazione – prosegue il musicista – non non voglio svilire l’importanza artistica come vetrina per i cantanti. Ma ci tengo che le persone siano consapevoli dei meccanismi».
L’amicizia con gli “Elii”
«Tu sempre nascosto chi sei?». In questo modo Pippo Baudo apostrofò quello che si presentava come la nuova voce solista dei New Trolls. «In quel momento – scherza Tiranti – ho capito d’essere un cantante professionista a tutti gli effetti». Quell’anno nacque l’amicizia con i componenti di “Elio e le storie tese” che dura tutt’ora e che ha generato interessanti collaborazioni con Sergio Conforti (Rocco Tanica). Per l’edizione da poco conclusa è nata la canzone in stile anni ‘50 interpretata da Amadeus e Fiorello. «L’hanno imparata tramite la mia voce su demo, così come il pezzo su Vasco».
Giudizio preciso
«Cosa penso di Achille Lauro? In genere non mi piacciono le tutine. Vado oltre se a indossarle sono i Queen, David Bowie o Renato Zero perché stiamo parlando di talenti mostruosi. In questo caso il talento non c’è. È un bravo performer: musica e contenuti però sono un’altra cosa». Tiranti promuove con asterisco i Maneskin. «Con loro – spiega – forse si apre una nuova porta verso il rock. in un mercato che negli ultimi anni si è concentrato solo sulla trap». Promossi a pieni voti i giovani nei quali forse si è un po’ rivisto. «Mi fanno sperare bene per il futuro – conclude – Un consiglio? Se penso al ragazzo che sono stato io, potrei dire che per avere successo è necessario essere un po’ paraculi. In fondo però sono contento che quel ragazzo sia rimasto se stesso».
Patrizia pesc