Contagi: “Il Piemonte va bene, ma non Alessandria”
L'analisi del professor Carluccio Bianchi dell'Upo
ALESSANDRIA – «Dall’Italia, dalla Lombardia e finalmente anche da Piemonte arrivano buone notizie. Purtroppo, però, non si può dire lo stesso della nostra provincia». È uno scenario che non può tranquillizzare quello delineato dal professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo. Perché mentre tutti gli indicatori presi come riferimento nelle consuete analisi continuano a scendere, ad Alessandria si assiste a una sostanziale stabilizzazione.
Su numeri ancora troppo alti. «Il nostro territorio – conferma il docente – nella settimana presa in considerazione è passato da 200 a 198 a casi settimanali, con una decrescita dell’1%. Statistiche troppo poco pronunciate, specialmente se si pensa che la Lombardia ha fatto -40, il Piemonte -26 e l’Italia -23. Addirittura, se prendiamo in esame le varie realtà della nostra regione, emerge che Torino e Cuneo sono in netto calo, mentre Alessandria contribuisce in maniera davvero insignificante al buon risultato complessivo».
Il nodo delle Rsa
A condizionare i numeri potrebbero essere, ancora una volta, le Rsa. «È vero – ammette Bianchi – e i dati forniti dall’Unità di Crisi raccontano di un continuo aumento di nuovi casi derivanti proprio dalle case di riposo: sette giorni fa eravamo al 11% con 2128 contagi, oggi arriviamo addirittura al 17%, toccando quota 2334 a livello assoluto. Un dato ancora più eloquente se si valuta la decrescita generale a livello piemontese».
Come detto, in termini di regione le notizie sono confortanti: per la prima volta dopo tanto tempo si è scesi sotto i 2000 casi al giorno di media (1990, per la precisione), mentre settimana scorsa eravamo a 3mila circa, mentre 15 giorni fa addirittura a 4mila. Di fatto, il doppio.
Si allenta la pressione
Si allenta ancora la pressione ospedaliera: Bianchi, infatti, osserva che «le terapie intensive erano 403 e sono 366, 37 in meno, con tasso di saturazione al 58%. I ricoveri ordinari, invece, crollano da 4992 a 4459, con una decrescita che raggiunge addirittura le 533 unità».
Un altro aspetto interessante riguarda gli asintomatici, che risalgono al 42%. Che cosa significa? «Che poco alla volta sta riprendendo il tracciamento, fattore determinante nella lotta alla pandemia, anche se serve ancora prudenza nella valutazione del tasso di positività, sulle teste prima ancora che sul totale dei tamponi processati».
Ad Alessandria, per completare il quadro relativo alla nostra provincia, arrivano buone notizie dai guariti, che sono 1101, mentre i decessi scendono da 68 a 55. Meno 13, insomma, ma il valore è tristemente ancora elevato.
Piedi per terra
Previsioni per i prossimi giorni? Bianchi è piuttosto preoccupato e definisce «ingiustificato, almeno per quanto riguarda noi, l’entusiasmo determinato dal passaggio da zona rossa a zona arancione. I numeri restano alti, troppo alti, e stupisce in negativo l’interruzione della discesa delle ultime due settimane. Serve molta cautela, non possiamo permetterci di abbassare la guardia».