Raimondi: «Le strane domeniche senza pallone»
L'allenatore dell'Ovadese parla dello stop imposto dall'emergenza sanitaria e delle prospettive di breve termine
OVADA – «Spero si potrà ripartire a marzo, in qualche modo. Lo stop è arrivato nel momento in cui alcuni tasselli stavano andando al loro posto». Per Stefano Raimondi lo stop imposto ai campionati dalla seconda ondata dell’emergenza sanitaria rappresenta di fatto una “prima volta”. La primavera scorsa, quando le operazioni di fermarono, si era interrotto da poco il suo rapporto con il Canelli Sds. «Probabilmente in quel momento era più l’arrabbiatura per quell’epilogo – racconta l’allenatore dell’Ovadese – Oggi le domeniche senza calcio sono indubbiamente strane, provo a intercettare qualche gara delle categorie inferiori, l’obiettivo è sempre quello di capire se c’è qualcosa che si può riutilizzare. Il calcio professionistico lo guardo ma giocano con tempi che per noi non sono riproducibili». La squadra si è congedata con il convincente 2-0 sulla Luese figlia di scelte che hanno fatto discutere. «L’attacco con Echimov che dialoga con Motta e Oberti sugli esterni mi dà garanzie. Dovessimo riprendere la strada sarebbe quella. A quel punto mancherebbe un giocatore per il centrocampo». Nel frattempo si è consumato l’addio al capitano William Rosset. «Mi è spiaciuto – conclude l’allenatore – ma ho preso atto di ciò che è successo tra giocatore e società. Magari parlandone avremmo potuto trovare una soluzione».