Sanità: la relazione dell’incontro tra l’Asl e i sindaci alessandrini
Dalle Rsa al rapporto tra strutture sanitarie: i cinque punti
La Direzione Generale di ASL di Alessandria ha incontrato questa mattina una rappresentanza dei Sindaci del territorio (Gianfranco Cuttica di Revigliasco per l’Alessandrino, Federico Riboldi per il Casalese, Gian Paolo Cabella per il Novese, Federico Chiodi per il Tortonese, Maurizio Oddone per il Valenzano, Lorenzo Lucchini per l’Acquese e Paolo Lantero per l’Ovadese) al fine di condividere le tematiche relative all’assistenza socio-sanitaria territoriale nell’attuale fase di emergenza COVID19. Qui di seguito riportiamo i punti che sono stati inviati in una nota per la stampa al termine dell’incontro.
A margine di questo incontro i sindaci hanno anche firmato una lettera per smentire indiscrezioni che vorrebbero gli ospedali della provincia in guerra tra loro – LEGGILA QUI
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1) la Regione Piemonte ha applicato in tutte le sedi ospedaliere, al netto dei 16 ospedali trasformati in Covid hospital, il piano d’azione redatto nei mesi precedenti e progettato per contrastare l’epidemia anche nei suoi sviluppi più critici. In tal senso tutti i presidi ospedalieri hanno messo a disposizione circa il 50% delle loro potenzialità di posti letto da destinare a pazienti Covid-19. Per quanto riguarda ASL AL i posti letto attivati sono complessivamente 440, un numero che comprende anche i posti letto messi a disposizione dall’Ospedale di Tortona che è stato interamente convertito alla cura dei pazienti Covid-19.
Rispetto ad eventuali preoccupazioni inerenti la saturazione dei presidi ospedalieri a scapito dei cittadini alessandrini è stato osservato che al momento tale fenomeno non trova alcun riscontro. Dal 1 ottobre all’11 novembre i pazienti dimessi a seguito di un ricovero per Covid-19 sono per l’82% residenti della provincia di Alessandria. Per quanto sia probabile che sussista una tendenza evolutiva nel numero dei ricoverati provenienti da altre zone del Piemonte, vista la necessità di sostenere le zone a più alto contagio, tale afflusso non riduce al momento in alcun modo la possibilità di curare i cittadini assistiti da ASL AL.
2) parallelamente alle attività che riguardano i pazienti Covid continuano i ricoveri destinati a pazienti con patologie urgenti o di carattere oncologico. Nel periodo dal 1 ottobre al 10 novembre i dimessi da ricoveri non Covid (Day Hospital + ricoveri ordinari) sono stati 2460 (quelli Covid 239). Nella giornata odierna i ricoveri per pazienti non Covid sono 332 quelli Covid 290.
3) per quanto riguarda la capacità di integrare le azioni di ASL AL con quelle dell’Azienda Ospedaliera si evidenzia come le tematiche delle risposte alla pandemia vengano collegialmente discusse e progettate in una cabina di regia comune tra ASL e AO. Un esempio di questa interazione quotidiana è il fatto che gli ospedali di ASL AL ricoverano una media di circa 4/5 pazienti al giorno provenienti dall’Azienda Ospedaliera al fine di ridurre la pressione dei ricoveri sulla stessa.
Considerato il recupero a pieno ritmo della capacità produttiva dell’Azienda Ospedaliera nel processamento dei tamponi (grazie ad una ristabilita fornitura dei reagenti necessari) ASL AL ha potuto aumentare la rapidità e l’efficacia della gestione dei tamponi presso AO evitando una parte del trasferimento dei tamponi verso altre località piemontesi o lombarde.
Anche nel caso di intasamento del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera, tramite il 118 locale vengono messe in atto delle azioni di supporto tra i pronto soccorso ASL AL e l’Azienda Ospedaliera.
4) si osserva che la possibilità di sostenere le criticità di pazienti di altre zone del Piemonte è principalmente dovuta al fatto che in questo momento, a differenza della prima fase epidemica di febbraio-aprile, sui territori della nostra provincia c’è stato uno sviluppo più contenuto, per quanto grave, della diffusione del virus, che ci permette attualmente di effettuare azioni di solidarietà sanitaria verso altri cittadini del Piemonte.
Non indifferente al fenomeno di contenuta diffusione del virus sul nostro territorio è l’applicazione da almeno 8 mesi di protocolli di cura territoriali incentrati sul mantenimento al proprio domicilio dei pazienti Covid-19 e all’effettuazioni delle relative cure necessarie senza utilizzare il ricovero ospedaliero. L’importanza del protocollo elaborato da ASL AL relativo a questo tipo di intervento è evidenziata dal fatto che lo stesso sia stato esteso da ieri a tutto il territorio piemontese. Parte determinante del lavoro di questi protocolli è l’attività dei medici delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che visitano e curano a domicilio i soggetti positivi al virus. Inoltre, sulla base delle risultanze di un accordo regionale con i medici di famiglia, verrà esteso l’utilizzo dei tamponi rapidi grazie ad una cooperazione operativa per l’individuazione dei necessari supporti logistici, tra ASL AL, enti locali e territoriali e medici di famiglia.
5) altra azione importante per il contenimento dello sviluppo dell’epidemia è stata il monitoraggio assiduo e periodicamente programmato delle RSA locali tramite visite ispettive ed effettuazioni di tamponi avvenuti nel corso di tutta l’estate e tuttora in corso. Tale azioni nei confronti delle RSA, con il salto tecnologico messo a disposizione dalle metodiche dei cosiddetti tamponi rapidi, permette ora di monitorare con maggiore velocità le nostre comunità di riferimento (tale tipologia di tampone è già pienamente attivo nelle RSA che vengono rifornite direttamente dalla protezione civile regionale delle necessità di tamponi riferite alla loro popolazioni, ospiti e operatori, e in corso di attivazione nelle scuole, nonché per i cittadini), aumentando sensibilmente l’efficacia delle politiche di isolamento o quarantena.