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    Redazione  
    10 Novembre 2020
    ore
    20:15 Logo Newsguard
    Tartufi

    La doppia interpretazione del Dpcm, caos tra i trifolau

    Regione e Provincia hanno 'letto' il decreto in modo diverso, così i cercatori non sanno che fare

    ALESSANDRIA – Trifolau in subbuglio per le norme anticovid che riguardano la loro categoria. La Provincia di Alessandria – pare l’unica, in Piemonte – ha diramato una sua interpretazione (LEGGILA QUI – noi l’avevamo raccontata qui), in cui si chiariva che l’attività del cavatore di tartufi è consentita esibendo tesserino e l’F24 che attesta il pagamento delle tasse da, diciamo così, professionista del ‘tuber’.
    La ratio, secondo Palazzo Ghilini, sarebbe di consentire la ricerca solo a chi lo fa di mestiere prevalente, come sono consentiti gli spostamenti ai lavoratori in zona rossa. I cercatori “amatoriali” no, come per qualunque altro piemontese che non si può spostare dal proprio Comune e può fare passeggiate solo attorno a casa. 

    La Regione Piemonte – consapevole che una tale limitazione danneggerebbe economicamente molti trifolau, specie in questo periodo – ha emanato una interpretazione più leggera (LEGGILA QUI): basta solo il tesserino. 

    CHI COMANDA?
    Da qui la confusione: vale quello che dicono da Torino, ente superiore, o da Alessandria, da dove partono i controlli del territorio?  Il vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ribadisce: “Non siamo l’Agenzia delle Entrate, a noi interessa che non ci siano grandi spostamenti. Riteniamo che il tesserino sia sufficiente perché non ci sarebbero problemi di contagio nei boschi. Abbiamo chiesto alle Prefetture: a giorni avremmo chiarimenti anche in merito alle attività di caccia”.

    IL BUSINESS
    In Piemonte sono circa 5.000 i tartufai, in gran parte amatori che potrebbero essere esclusi – in provincia di Alessandria, a Cuneo, per esempio, vale l’interpretazione regionale – dall’attività e dai guadagni conseguenti (fino a 7.500 euro non sono tassati e difficilmente tracciati). Va da sé un certo fermento tra gli addetti ai lavori.

    La Provincia (più zelante?) non molla: “La nostra è una interpretazione che discende dal Dpcm e da quello che ci è stato detto dai Carabinieri Forestali: con l’F24, sicuramente, non si prende la multa perché solo chi lavora può circolare”.
    La Regione, dal canto suo, non accetta la restrizione locale. Ecco il caos per chi va a cercar tartufi, in attesa di un allinemanto delle regole.

    Molto probabilmente ‘passerà’ la linea guida light, per un liberi tutti (di cavare).

    ALLA FINE è ANDATA COSì: LEGGI L’ARTICOLO

     

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