«Ovada nel bicchiere per vendere il Dolcetto»
Nell'incontro coi produttori il blogger tedesco Maus ha invitato a puntare sull'identità di territorio
OVADA – Arriva da un esperto del settore, specializzato nei vini italiani, un giudizio positivo sulle etichette realizzate dai produttori dell’Ovadese. «Il Dolcetto di Ovada e l’Ovada docg hanno tutte le carte in regola per diventare il target di riferimento di questa tipologia. Personalmente trovo che siano superati i piccoli “difetti” riscontrabili fino a qualche tempo fa. Per arrivare a standard più elevati, però, servirebbe una produzione annuale maggiore: il potenziale c’è». A tessere le lodi del lavoro svolto in questi anni dal Consorzio, in sinergia con l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, ci ha pensato Steffen Maus, giornalista tedesco e responsabile del blog “Weinwelten” (in italiano si traduce con “Il mondo dei vini”, un sito consultato quotidianamente da migliaia di appassionati (fra i 35 e i 65 anni, secondo le statistiche) dei “rossi” e dei “bianchi” del Belpaese. Il blogger, residente a Francoforte, viaggia per almeno due mesi l’anno lungo la Penisola, fra vitigni, zone rurali e fiere del settore. Non è un caso se il primo incontro fra la delegazione ovadese e l’autore di “Italiens Weinwelten” è avvenuto al Vinitaly di Verona.
«Non è la prima volta che vengo a Ovada – ha dichiarato Maus, ex studente di chimica, arrivato in città lunedì sera -. Nel 2018 ci sono stato quasi di passaggio, per un giorno e mezzo, e ho soggiornato nella zona anche tanti anni fa. Le vostre colline sono belle come quelle che si trovano nelle Langhe». Martedì mattina, poco prima dell’incontro con i produttori, il blogger tedesco ha visitato due cantine del territorio per poi degustare, nei locali di via Torino, venti etichette fra Dolcetto di Ovada e Ovada docg. «Otto mi sono piaciute molto. Anche le altre, pur senza avere un’armonia perfetta, esaltano l’identità e garantiscono la riconoscibilità del territorio. Lasciano in bocca un sapore piacevole, mai esuberante, in cui si riscopre la piemontesità». Entro fine mese Maus pubblicherà un articolo sul blog in cui emergeranno altri particolari sulla sua visita nel Basso Piemonte. «Io non do giudizi – precisa -. Nei miei articoli sottolineo semplicemente i vari aspetti che caratterizzano un territorio e le sue etichette. In questo momento i vini pugliesi, toscani e siciliani risultano molto affascinanti per i tedeschi, mentre la massa difficilmente è in grado di distinguere il Dolcetto di Ovada con quello di Alba. Il fatto che sia commercializzato come Ovada docg, comunque, aiuta, specialmente in tempi in cui la comunicazione costa parecchio».
E mentre i produttori si sono detti soddisfatti dell’approccio con il mercato tedesco, Maus ha sottolineato l’importanza di fare squadra. «L’Ovadese è un territorio distante da Torino e, per certi versi, c’è un modo di pensare differente rispetto a Genova – ha concluso -. Il turismo rappresenta uno snodo cruciale anche per il mondo dell’enologia. Servono, però, delle strutture adeguate. Personalmente punterei più sulla buona cucina che sui castelli. Inoltre credo che per le vostre etichette ci siano dei mercati perfetti, penso alla Svizzera, abbastanza vicini e favorevoli. In Germania, dove sono presenti un sacco di enoteche e di negozi specializzati nel settore, al momento continua ad esserci più interesse nei confronti del Barbera e c’è una buona conoscenza del Gavi».