Patrizia Ottonello: «Il mio Zecchino d’Oro»
Dopo la fiction Rai, il ricordo di chi arrivò secondo nel 1985. «Mariele Ventre ci faceva sentire un'unica grande famiglia»
«Ricordo con affetto Mariele Ventre, la sua dolcezza, la sua preparazione e la determinazione nel non renderci “fenomeni televisivi”, facendoci rimanere bambini genuini e spontanei». Patrizia Ottonello, masonese di nascita oggi residente a Silvano D’Orba, ricorda così la sua esperienza allo Zecchino d’Oro, ricordi tornati alla mente domenica sera con la fiction trasmessa da Rai1 sulla rassegna canora per piccolini. Nell’edizione del 1985 arrivò al secondo posto con la canzone Bit. Mariele Ventre, fondatrice del “Piccolo Coro dell’Antoniano” di Bologna (dopo la sua scomparsa il coro ha preso il suo nome) e stata l’indimenticabile direttrice e insegnate di canto della manifestazione canora per piccoli ideata da Cino Tortorella che è entrata a far parte del “costume italiano”.
«Nel film andato in onda sulla Rai – prosegue Patrizia Ottonello – ho ritrovato Mariele, per me non solo un nome ma la “nostra” maestra di canto, che faceva le smorfie per farci sorridere e ci aiutava con infinita pazienza ad articolare bene le parole, addolcendo le nostre cadenze regionali in modo da farci arrivare tutti allo stesso livello». La grande forza della Ventre è stata sicuramente quella di non voler snaturare o spettacolizzare i piccoli partecipanti, creando un ambiente a misura di bambino seppur in ambito televisivo.
«Ancora oggi – conclude Ottonello – ho contatti con altri ex bambini dello zecchino; ci sentiamo parte di una grande famiglia, grazie a Mariele vivevamo il tutto come un gioco, anche perché tengo a precisare che la gara non era fra noi bambini, e a vincere o perdere erano le canzoni che interpretavamo e gli autori di esse. Mariele sconsigliava alle nostre famiglia di farci avvicinare al mondo della musica troppo presto, credeva nel valore di “vivere l’infanzia”».