Il giorno dopo, il paese vuole risollevarsi
Tanti castellettesi ieri nella zona più colpita per iniziare le operazioni di sgombero. Il sindaco Pesce: "Qui è impossibile gestire"
CASTELLETTO D’ORBA – “Gli amministratori locali non possono fare il loro lavoro”. La prima notte post alluvione di Mario Pesce, sindaco di Castelletto d’Orba, è trascorsa tra richieste d’aiuto e segnalazioni di vario tipo. Nel suo ufficio è stato lo stretto necessario. “E’ stato – racconta – molto più pesante di cinque anni fa. Con danni alle persone. Siamo stati fortunati a trovare due dispersi”. In paese nessuno è stato con le mani in mano. Badile in mano e stivali nel fango, fin dalle prime ore di luci le operazioni dei residenti di via Sericano e via IV Novembre sono state febbrili: liberare i garage dal fango, pulire ciò che si poteva salvare, ammonticchiare attorno alla recinzione del rio Albara il resto. Tutti con il pensiero alla notte di paura appena trascorsa, tra black out elettrici e disagi. Quaranta le persone sfollate in un primo momento per l’ordinanza, molti di loro hanno trovato ospitalità da parenti e amici, i restanti sono stati ospitati in un albergo di Silvano d’Orba. “Sicuramente – precisa ancora il sindaco – è piovuto tantissimo. Noi prendiamo l’acqua che arriva dai paesi a monte. Ma ieri l’ho ripetuto nell’incontro in Prefettura: le istituzioni dovrebbero lasciare gli amministratori locali un po’ più liberi di gestire il territorio. Ad oggi nessuno sa quello che può realmente fare”.