Volontariato: “La comunità cristiana ovadese protagonista nelle missioni africane”
Presentato il libro e la nuova associazione di Michele Lottero dedicata a Floribert, l'amico africano scomparso recentemente
OVADA – Il piano terra, gremito in ogni ordine di posto, del locale di via Buffa che da anni ospita il teatro Splendor fotografa al meglio le parole pronunciate nel corso della serata di una serata dedicata a Floribert. «Un amico – è il ricordo di Michele Lottero, il volontario ovadese reduce dalla missione africana di Kaburantwa – con cui ho trascorso tanti bei momenti. Il suo sogno è sempre stato quello di laurearsi per poi operare in campo medico, ma ci ha sempre dato una mano (come ha ricordato anche Gianni Lottero, padre di Michele, ndr) con le ristrutturazioni e, successivamente, con le saldature». Nel volume “Mio fratello lontano”, edito dalla casa editrice acquese Impressioni Grafiche, il giovane autore racconta nei dettagli i suoi cinquanta giorni da missionario in Burundi, fino all’ampia parentesi dedicata al compagno di mille avventure, vittima, come tanti burundesi e africani, di una società ingiusta e violenta. “A Ngozi – si legge fra le pagine del volume – c’era lui ma potevo esserci io. Potevamo esserci tutti noi”. Da dieci anni Lottero fa tappa in Africa per portare sostegno e supporto alle popolazioni locali, aiutate dalle suore benedettine. «Floribert l’ho incontrato nel mio primo viaggio – ha sottolineato nel corso della serata -. Nel corso del tempo, oltre a darci una mano, aveva anche iniziato a parlare un po’ di italiano».
La storia del compianto amico burundese fa il paio con quella di Cecilia, 12 anni, quasi dimenticata dai genitori e totalmente priva di istruzione. Il frequente salto del pasto («Perché da quelle parti si mangia una sola volta al giorno – spiega Lottero – intorno alle sei di sera») l’ha portata a un passo dalla morte. E poi Denisa, 77 anni, abbandonata dai figli e dai nipoti dopo aver perso completamente l’uso delle gambe. Elisé, tre anni, afflitto da una grave disfunzione renale, o l’orfanotrofio Bubanza “San Salvador” che accoglie i bambini orfani da zero a tre anni. Questi ed altri casi non sono sfuggiti all’occhio dei volontari ovadesi, da sempre molto presenti nel Continente africano. «In Burundi conoscono Ovada – ha dichiarato Don Giorgio Santi, parroco della Cattedrale di Acqui Terme dopo 25 anni trascorsi in città -. Per loro questa espressione è espressione di Parrocchia, senso di Chiesa. In questa serata voglio ricordare Don Valorio, visto che tutto è iniziato grazie a lui, le suore benedettine e la comunità cristiana ovadese. E’ una realtà cresciuta molto negli ultimi anni anche grazie alla solida realtà che c’è alle spalle».
Una presenza sul suolo africano («Chi non è mai stato da quelle parti – ha precisato Don Giorgio – non potrà dire di conoscerla. Resterà dunque con le sue idee, i suoi pregiudizi, su una parte del mondo dimenticata e raccontata bene nel libro di Michele») che presto andrà ad integrarsi con i volontari dell’associazione “Floribert Association Missionaire” guidata dallo stesso Lottero, da Roberto Piana e da Francisco Martins. «La nostra è una realtà aperta a tutti, credenti e laici – hanno spiegato i tre fondatori -. In questo modo vogliamo dare la possibilità ad un maggior numero di cittadini di dare una mano, operando in varie parti del mondo».