Errori in camice bianco, centinaia le cause in provincia
Quasi 600 pratiche in un anno sono evase per lamentele, richieste o veri e propri danni irreversibili
ALESSANDRIA – Dalla pulizia dei bagni, ai presunti errori negli interventi chirurgici. Al Tribunale del Malato di Alessandria le segnalazioni sono molte: quasi 600 pratiche in un anno sono evase per lamentele, richieste o veri e propri danni irreversibili causati da errori medici e da quello che in generale l’opinione pubblica classifica come «malasanità».
Ma spesso le rimostranze partono già all’accoglienza: «Molti si lamentano dei call center e nelle prime informazioni al paziente», considerano Mara Scagni e Maria Pia Barosio, volontarie al Tdm. «Il primo approccio è molto importante, ma gli appalti esterni nelle prenotazioni sono fonte di criticità». Maleducazione, malintesi, cattive informazioni: mettetevi nei panni di un anziano che deve già destreggiarsi tra termini medici e ricette bianche o rosse. I disservizi nella sanità partono dalla prima telefonata.
Quando il reclamo non può essere risolto con tante scuse («e non è semplice») e la promessa di migliorare il servizio, si passa al «secondo livello», ovvero una commissione mista di conciliazione: «I pazienti spesso vogliono solo un riconoscimento morale. Già parlare con i primari e i responsabili del servizio è una conquista». Non sempre ci si lascia con una stretta di mano: se non si trova una conciliazione amichevole – e se sussistono gli elementi a favore del paziente – il Tribunale chiede un risarcimento in denaro, a cui segue una trattativa per la transazione definitiva. Quasi la totalità dei casi si ferma qui, con un indennizzo da parte delle assicurazioni professionali ed aziendali. «Chiedono giustizia, non cercano speculazioni», precisano al Tribunale del malato. Come per la signora deceduta dopo un intervento andato «bene», o per la scarsa assistenza alle persone con problemi psichici. Sono in aumento le segnalazioni di malasanità nelle case di riposo.
Anche tempi biblici
Per semplici conciliazioni in due o tre mesi la pratica può essere chiusa, mentre se si va in causa si deve essere davvero molto ‘pazienti’: almeno due anni di attesa. Il risarcimento medio va dai 5 ai 10 mila euro.
Tipologie dei casi segnalati
Ecco la statistica dell’anno passato, riferito alla tipologia e al numero dei casi: presunti errori nella pratica medica (160), presunti errori nella diagnosi (25), lamentele negli interventi chirurgici (20), Pronto Soccorso (15), Medicina Generale (22), assistenza nell’assegnazione protesi (20), segnalazioni sulle condizioni generali delle strutture, servizi igienici esigui (45), chemio/radioterapia (7), odontoiatria (3). E poi c’è anche chi non è contento del proprio medico di famiglia (10).
Chi sono
Il Tribunale per i diritti del malato (Tdm) è un’iniziativa di Cittadinanzattiva, nata nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire – come si legge – «ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale».
Il Tdm è composto da volontari, comuni cittadini, ma anche operatori dei diversi servizi e da professionisti. Le sezioni nazionali sono circa 300. La coordinatrice della provincia di Alessandria da circa cinque anni è Mara Scagni, già sindaco della città. Ogni centro zona ha poi alcuni gruppi e referenti, ma alla fine l’ufficio che ha sede all’interno dell’Ospedale Santi Antonio e Biagio (nel corridoio del Cup) fa da collettore per gran parte delle problematiche e delle istanze più delicate.
L’ufficio è coadiuvato da legali e professionisti medici che assistono gli associati (la tessera costa 5 euro) nelle pratiche e nel disbrigo della burocrazia. «Sono la più combattiva», scherza, «con il tempo ogni reparto e soprattutto l’URP ha imparato a conoscerci per collaborare insieme, nell’interesse del paziente, in primis, e dell’Azienda Sanitaria, con cui manteniamo sostanzialmente un buon rapporto».
Il Tribunale si occupa, tra l’altro, delle indagini customer satisfaction: migliaia di sondaggi effettuati tra i pazienti della struttura. Contribuiscono a creare un quadro regionale della soddisfazione del malato nella sanità piemontese.