Visite guidate fra vino e musica a Ca’ del Bric
L’appuntamento è per sabato alle 18.00 con gli attori del gruppo "Les Carrelages"
MONTALDO – Mayno, Mansùr, Bricco Trionzo. Sui nomi misteriosi dei suoi vini l’azienda agricola Ca’ del Bric di Montaldo costruisce un nuovo modo di fare comunicazione in un territorio che, grazie all’Anno del Dolcetto istituito dalla Regione per il 2019, è impegnato a ritagliarsi un posto al sole sulla mappa vitivinicola piemontese. L’appuntamento è per sabato alle 18.00, sul poggio panoramico dove sorge l’azienda a Montaldo. Qui, Giuseppe Ravera ed Erika Delli Santi, marito e moglie arrivati da Bergamo nel Duemila per coltivare la stessa terra dove lavoravano come mezzadri gli avi di Beppe, porteranno i visitatori alla scoperta delle vigne e della cantina con un inedito wine tour teatralizzato. «Questione di…etichetta» è il titolo dell’iniziativa organizzata con l’associazione Les Carrelages, che lavora per la promozione dell’Ovadese e che, per l’occasione, darà vita, voce e corpo – letteralmente – ai personaggi a cui sono dedicate le affascinanti etichette scelte da Ca’ del Bric per i suoi vini migliori e iconici, tutti rigorosamente biologici. Già, perché ognuna nasconde una storia legata al territorio e in pochi lo sanno.
«Mayno, tanto per fare un esempio, non è solo il nostro Dolcetto ma il nome di un bandito originario di Spinetta che aveva fatto un sgarbo a un generale napoleonico ed era stato costretto a rifugiarsi da queste parti. Era una specie di Robin Hood che ripuliva le diligenze e si rifugiava nelle cantine di Palazzo Schiavina, qui a Montaldo, a bere dolcetto. A noi piace pensare che amasse anche quello dei nostri antenati» spiega Erika. Lo stesso vale per Mansùr, che Ca’ del Bric ha scelto come nome per il Barbera ma che in realtà era un monaco condottiero, ricordato ancora oggi da una lapide a Mandrogne. Anche lui farà capolino tra le vigne, interpretato dagli attori di Les Carrelages, per raccontare di sé e un po’ anche dell’anima del territorio. Le etichette di Ca’ del Bric – le iscrizioni al tour sono già aperte – forniranno tanti altri spunti per andare alla scoperta, durante la serata, di storie e leggende dell’Ovadese, inaugurando un nuovo modo, accattivante e fuori dal comune, di comunicare il vino.