Miniere: recuperato il tesoro dimenticato di Casaleggio
Il Parco Capanne di Marcarolo, Aree protette dell’Appennino Piemontese, ha recuperato e reso fruibili al pubblico due delle oltre 40 miniere costruite secoli fa
CASALEGGIO BOIRO — Bisogna camminare nel bosco per non più di un quarto d’ora, una volta raggiunti i laghi della Lavagnina, per entrare nel cuore di roccia della montagna. È lì, sulle alture di Casaleggio e Mornese, che il Parco Capanne di Marcarolo, Aree protette dell’Appennino Piemontese, ha recuperato e reso fruibili al pubblico due delle oltre 40 miniere costruite secoli fa e utilizzate per l’ultima volta durante la Seconda guerra mondiale per estrarre l’oro di cui sono ricche le rocce di questa zona e che ancora sedimenta nelle sabbie del Gorzente, del Piota e di altri torrenti dell’Ovadese. I due tunnel si chiamano M1 ed M13, per sistemarli e metterli in sicurezza, dal 2017, ci sono voluti due anni di lavori e 70 mila euro messi sul piatto dalla Regione. Si è trattato di consolidare le gallerie, installare rinforzi, cancelli all’ingresso e passerelle.
Non solo per evitare pericoli ai visitatori ma soprattutto per tutelare le tante specie che hanno fatto delle defilate gallerie un ecosistema perfetto per oscurità, umidità, temperatura. Ragni, pipistrelli, anfibi, come i rari geotritoni che qui hanno trovato casa e ora è necessario proteggere. «Proprio da qui è partito il progetto, le finalità turistiche e didattiche ne sono state una conseguenza» hanno spiegato all’inaugurazione di sabato scorso il direttore del parco Andrea De Giovanni e il progettista Alessandro Panci. Le visite sono aperte ma sottoposte a regole rigide. Le due gallerie, lunghe poco più di 100 metri e scavate nella roccia, saranno accessibili solo da aprile a ottobre, per non disturbare il letargo dei pipistrelli, e per massimo due visite a settimana: due gruppi da 8 persone, 16 in una giornata.
Ci si dovrà rivolgere al parco, per essere accompagnati dalle guardie, altrimenti si troverà il cancello chiuso, e si dovrà entrare nel tunnel con pettorina e casco, fornito dal Parco stesso e munito di luce rossa, adatta a non disturbare le creature. L’idea è di portare alla scoperta di questo patrimonio non solo i turisti ma anche gli studenti. E il presidente del parco Dino Bianchi, annunciando a breve aree attrezzate e nuovi sentieri, spiega che all’orizzonte si profila l’agognata creazione del Museo dell’oro in collaborazione col geologo Giuseppe Pipino, che con i suoi studi ha contribuito molto al progetto di recupero delle miniere.