Medici dalla Lombardia per riaprire l’Ortopedia al San Giacomo
Il neo assessore regionale alla Sanità a Novi promette la riapertura del reparto in tempi brevi con professionisti da fuori regione
NOVI LIGURE – Ha promesso un intervento in tempi rapidi il neo assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che questa mattina ha visitato l’ospedale di Novi Ligure per cercare una soluzione al problema del reparto di Ortopedia, pesantemente sotto organico. Icardi al San Giacomo ha incontrato il sindaco Gian Paolo Cabella, il direttore del presidio ospedaliero Simone Porretto e il direttore sanitario dell’Asl Paola Costanzo.
«Sono stato informato della carenza di medici in Ortopedia. Abbiamo individuato una soluzione che consenta di riaprire in pochi giorni il reparto, temporaneamente chiuso ai soli ricoveri, grazie alla disponibilità di alcuni liberi professionisti provenienti da fuori regione», ha detto Icardi.
«Ci vorranno una decina di giorni per tornare alla normalità – ha commentato il sindaco Cabella – Ma il problema è in via di risoluzione: dalla Lombardia arriveranno i professionisti in grado di tamponare l’emergenza». Il momento è difficile: l’assessore alla Sanità di fatto si è appena insediato, mentre è ancora vacante il posto di direttore generale dell’Asl. «In un frangente così delicato, medici e responsabili dell’azienda sanitaria hanno fatto tutto il possibile», ha detto ancora Cabella.
Da mesi ormai l’Ortopedia del San Giacomo viaggiava a ranghi ridotti e l’improvviso decesso di uno dei medici del reparto ha determinato una vera e propria emergenza perché in servizio, di fatto, è rimasto solo il primario Enrico Chiapuzzo. Nei mesi scorsi, ha fatto sapere Icardi, le ricerche di personale svolte dall’Asl non hanno dato frutti, compreso un bando per tre ortopedici andato deserto proprio ieri. Comunque, «è già stato predisposto un bando per coprire i turni necessari, al quale ha lavorato la direzione amministrativa», ha detto il neo l’assessore.
L’Asl ha diramato un avviso pubblico per cercare ortopedici liberi professionisti. In pratica si tratta di medici che lavoreranno per l’ospedale “a fattura” e non come dipendenti. Ciascun professionista potrà svolgere un massimo di 30 ore settimanali, per un compenso lordo di 50 euro all’ora (con eventuali maggiorazioni per la reperibilità). Potranno essere coinvolti anche medici in pensione, purché non abbiano più di 70 anni. L’incarico durerà fino al 31 dicembre.
La carenza di medici è questione nazionale. «Per i medici specializzati sono poco appetibili i posti nei piccoli ospedali – ha spiegato l’assessore Icardi – È necessario un intervento legislativo che consenta anche ai laureati di specializzarsi lavorando in ospedale come accadeva in passato. Il decreto Calabria dovrebbe prevedere per gli specializzandi degli ultimi due anni la possibilità di essere assunti: è un passo in avanti ma non è sufficiente. Come Regione abbiamo già avviato i contatti con i parlamentari nazionali per un’iniziativa di carattere normativo».