Rubavano con il “jammer”, due condannati per furto in una tabaccheria
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Rubavano con il “jammer”, due condannati per furto in una tabaccheria

Grazie ad un meccanismo conosciuto come “jammer” avevano sottratto fino a 23 mila euro in monete ad una tabaccheria di Ovada. Sono stati condannati dal tribunale di Alessandria

Grazie ad un meccanismo conosciuto come “jammer” avevano sottratto fino a 23 mila euro in monete ad una tabaccheria di Ovada. Sono stati condannati dal tribunale di Alessandria

CRONACA – Erano stati arrestati dai carabinieri di Cairo Montenotte, a Carcare, nel savonese, nel febbraio 2016 con un “jammer” in tasca e 900 euro in contanti. Il jammer è un meccanismo che permette di mandare in tilt le machinette cambiamoneta nei locali dove sono presenti slot machine e videopoker. In una tabaccheria di Ovada, Gezim Kabaschi, 28 anni di Dogliani (Cuneo) e Lulash Peci, 39 anni di Mondovì, avrebbero sottratto fino a 23 mila euro in circa quattro mesi, da ottobre 2015 a febbraio 2016. Sono stati condannati dal tribunale di Alessandria alla pena di due anni e 900 euro di multa il primo e un anno e quattro mesi e 600 euro di multa il secondo. I due, secondo le indagini, sostavano presso la tabaccheria per diverse ore, attaccati alle slot machine. Ma quando non erano osservati, mettevano in funzione il jiammer e sottraevano monete da 1 o 2 euro dal cambiamonete. Fino a raggiungere una somma considerevole.

Uno scontrino emesso dalla tabaccheria ovadese trovato in una tasca di uno dei due imputati, aveva portato le forze dell’ordine ad indagare anche nell’alessandrino. La proprietaria della tabaccheria, che si è costituita parte civile al processo con l’avvocato Fontana del foro di Genova, aveva in effetti riscontrato anomalie nella contabilità relativa alle macchine cambia soldi.
Secondo la difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Vitello del foro di Asti, la ricostruzione resa in aula dalle testimoni, dipendenti dell’esercizio commerciale, presenta però incongruenze nelle tempistiche e nelle somme contestate. Una volta pubblicate le motivazioni della sentenza intende quindi impugnare la sentenza in appello.

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