Don Ciotti agli scout ovadesi: ”Siate umili e coraggiosi”
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
18 Aprile 2019
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Don Ciotti agli scout ovadesi: ”Siate umili e coraggiosi”

Gli spalti gremiti della palestra dell'Istituto Santa Caterina - Madri Pie hanno applaudito a lungo l'intervento del fondatore di Libera, che si è rivolto soprattutto ai giovani ovadesi

Gli spalti gremiti della palestra dell'Istituto Santa Caterina - Madri Pie hanno applaudito a lungo l'intervento del fondatore di Libera, che si è rivolto soprattutto ai giovani ovadesi

OVADA – “Io rappresento il noi. Diffidate e fate attenzione a chi vi propone il cambiamento concentrando le forze sull’io”. E’ iniziato con questo suggerimento l’incontro con Don Luigi Ciotti organizzato dal gruppo Scout Ovada 1, che quest’anno festeggia il primo secolo di attività. Gli spalti gremiti della palestra dell’Istituto Santa Caterina – Madri Pie hanno applaudito a lungo l’intervento (durato novanta minuti) del fondatore di Libera, che si è rivolto soprattutto ai giovani. “Il cambiamento ha bisogno di ognuno di noi – ha detto l’ispiratore del Gruppo Abele -. Unendo le forze si può diventare una forza. Coraggio e umiltà non richiedono eroismo ma generosità. Voi giovani non avete bisogno di parole ma di fatti, la società devecurarsi di voi. Non basta preoccuparsi dei giovani, bisogna occuparsene. Quando hanno un punto di riferimento positivo, i giovani rispondono sempre presente”.

Nel corso del dibattito Don Ciotti ha parlato anche alla digitalizzazione dell’esistenza in corso, con un riferimento alla situazione politica attuale. “Stiamo sostituendo le relazioni con i contatti: bisogna prestare attenzione a questo fenomeno. Bisogna collaborare con le istituzioni quando fanno le cose buone, utili per la società ed essere la loro spina nel fianco quando non rispettano questi principi. L’Italia attuale è un Paese impaurito, impoverito e disgregato, come testimoniano i dati del Censis. Una società forte accoglie e riconosce le fragilità degli altri, non li respinge cercando un colpevole su cui scaricare rabbia e paure. Cercherò di alzare la mia voce fino all’ultimo dei miei giorni, piuttosto che stare in un prudente silenzio. Il futuro ci chiede di andargli incontro, non di aspettarlo”. 

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