Ex fermata del tram: terza fumata nera

 OVADA – In qualche modo era stato profeta il consigliere di minoranza Giorgio Bricola quando, in un recente consiglio comunale, aveva indicato l’alienazione dell’ex fermata del tram di piazza Castello come “un lodevole tentativo che rischia di non concretizzarsi”. Ed infatti anche dall’apertura delle buste della scorsa settimana è uscito il responso già incassato in due occasioni precedenti: nessun potenziale acquirente per un edificio che sta diventando davvero un dilemma di difficile soluzione. Non è bastata nemmeno la modifica al regolamento varata qualche tempo fa che ha introdotto la possibilità di ribassare il prezzo di vendita anche del 20%. Ed infatti la base d’asta era di 290 mila euro e spiccioli, decisamente meno degli iniziali 323 mila euro definiti dalla perizia commissionata all’Agenzia delle Entrate. Quale che sia la soluzione, dovrà essere individuata dalla prossima maggioranza. Nel già citato consiglio comunale dai banchi della minoranza partì la proposta di metter comunque mano all’edificio, il cui stato di conservazione particolarmente problematico, è sotto gli occhi di tutti. Il tutto per renderlo eventualmente più appetibile anche nel caso che Palazzo Delfino avvii una trattativa privata. “Si tratta – ha chiarito in più di un’occasione il sindaco, Paolo Lantero – di un bene della città. Un piccolo sconto sul prezzo è possibile ma non è giusto scendere oltre un certo limite”. Solo che poi le manifestazioni di intenti si scontrano contro la dura realtà dell’attuale stato del mercato immobiliare.